Un’ottima lettura estiva
L’estate è, per molti di noi, l’unico momento dell’anno per riposare, certo, ma anche per riflettere.
In questo numero di Società Territorio, a mio avviso, c’è un unico, grande spunto che può fare da filo conduttore: la coerenza della Banca del Piceno.
Come noto, le banche di grandi dimensioni hanno via via razionalizzato la propria rete distributiva e tale programma si sta realizzando anche nel 2023. A offrire i servizi bancari nei centri dell’entroterra sono rimaste le banche di credito cooperativo.
Alla fine del 2021 erano operative nelle Marche con almeno uno sportello 48 banche, una in meno rispetto all’anno prima, gli intermediari bancari con sede amministrativa in regione erano rimasti invariati a 15 – come è riportato nel rapporto annuale sulle Economie Regionali riferito alle Marche della Banca d’Italia diffuso nel 2022, poi nel corso del 2021 il numero di dipendenze bancarie è ulteriormente diminuito di 75 unità, a 715 (-9,5% rispetto alla fine del 2020). Nel confronto con il 2009 la rete territoriale si è fortemente ridimensionata di oltre quaranta punti percentuali. Il numero medio degli sportelli bancari ogni 100 mila abitanti è così ulteriormente diminuito a 48.
Questo discorso vale anche nelle zone in cui operiamo, basta viaggiare e visitare i piccoli borghi delle nostre province. Ma non è così per le BCC, non è così per la Banca del Piceno, nata nei centri dell’entroterra della provincia di Ascoli e che continua a raccogliere e investire sul territorio i risparmi dei clienti. Anzi, in questi anni abbiamo implementato i nostri servizi introducendo sistemi innovativi come le casse self che permettono alla clientela di usufruire sempre dei nostri servizi. Anche i nostri clienti dei centri dell’entroterra potranno continuare ad avere, dunque, nella nostra banca un partner sicuro e affidabile in grado di soddisfare ogni esigenza.
Il nostro atteggiamento continua ad essere coerente e tale coerenza emerge anche tra le pagine della nostra rivista: la narrazione delle filiali storiche, che non sono solo tali ma perfettamente al passo coi tempi e operative, i risultati del Bilancio, l’attenzione alle eccellenze del territorio attraverso il microcredito, il sostegno alle associazioni e alle iniziative tradizionali, il lavoro per la crescita della cultura del credito cooperativo con “Crescere nella Cooperazione”.
Buona, anzi ottima, lettura!
Mariano Cesari
Ottime strategie,
ottimo bilancio
Dal bilancio 2022 emerge la validità delle scelte adottate dal Consiglio di Amministrazione della più grande realtà bancaria delle Marche e dell'Abruzzo del Credito Cooperativo.
“Credo in ciò che dico, faccio quello in cui credo”.
Questo aforisma, attribuito allo scrittore Victor Hugo, è perfettamente adattabile all’ottimo risultato del Bilancio 2022 presentato, lo scorso maggio, all’Assemblea Annuale dei Soci della Banca del Piceno, nella Sala Convegni di San Venanzo: lo sviluppo e l’applicazione di una strategia coerente con gli obiettivi prefissati, primo fra tutti quello di continuare ad essere la più grande realtà del Credito Cooperativo delle Marche e dell'Abruzzo e sostenere nel contempo la crescita del sistema socio-economico del proprio territorio di riferimento.
La validità delle strategie adottate trova la perfetta sintesi nel risultato finale dell'esercizio 2022 che si è chiuso con utile al netto delle imposte pari a 9,86 milioni di euro, in considerevole aumento rispetto al risultato del 2021 attestatosi a 1,15 milioni di euro.
“L'evoluzione che sta avendo la Banca del Piceno – ha detto il Presidente Mariano Cesari – è la conseguenza delle scelte adottate dal Consiglio di Amministrazione, che si sono tradotte in corrette strategie che hanno permesso, da un lato di consolidare ulteriormente il nostro istituto di credito e nel contempo di garantire sempre nuovi servizi diventando il partner finanziario di riferimento e riuscendo a soddisfare le richieste di un numero sempre crescente di clienti”.
A dimostrare la vicinanza della Banca del Piceno alle esigenze del territorio è il dato relativo agli impieghi verso la clientela che, al 31 dicembre 2022, si ragguagliano a 683 milioni di euro con un aumento del 5,86% rispetto a fine 2021. I prestiti complessivamente erogati sono destinati in larga parte a famiglie consumatrici e piccole e medie imprese (PMI). Nel corso del 2022 sono state fatte nuove erogazioni di credito per 146 milioni di euro. Gran parte delle esposizioni verso PMI riguardano famiglie produttrici e microimprese, queste ultime rappresentate da società di minori dimensioni (meno di 20 addetti) oltre che da enti e associazioni. La mission tipica del Credito Cooperativo ha portato la Banca del Piceno a supportare l’economia locale anche nel perdurante periodo di crisi economica, facendo sì che la Banca abbia mantenuto il proprio costante supporto di credito alle famiglie e alle piccole e medie imprese, registrando peraltro, in tali segmenti di clientela, più contenuti livelli di default grazie alla prossimità e alla conoscenza approfondita della propria clientela tipo. Limitata risulta essere la quota di prestiti erogata alle imprese di maggiori dimensioni.
“Nella nostra regione e nel nostro territorio – ha detto il Vice Presidente della Banca del Piceno Claudio Censori – il sistema imprenditoriale continua a dimostrare tutta la sua vivacità. Le capacità di “fare impresa” anche tra i giovani permettono di creare quei presupposti sui quali costruire nuove opportunità di sviluppo dell'economia per attraversare anche le frontiere dettate dall'innovazione tecnologica destinata a far mutare la fisionomia stessa del nostro ecosistema. Lo sviluppo dell'economia si coniuga perfettamente con la sostenibilità scrivendo un nuovo paradigma di crescita. Il futuro si costruisce tenendo conto delle solide fondamenta che caratterizzano da sempre la nostra economia. Non sono da trascurare, infatti, alcune eccellenze della nostra regione che si possono sintetizzare in tre punti. Il primo è dato da un sistema manifatturiero distrettuale che colloca la regione in buona posizione in Europa. Il secondo punto è dato dall’agricoltura biologica che posiziona la regione al quarto posto in Italia. Grazie anche alla crescente attenzione ai temi della sostenibilità ambientale la regione potrà far leva sul proprio posizionamento relativo per consolidare e sviluppare ulteriormente un ruolo di spicco nel settore a livello nazionale. Il terzo punto è dato dalla varietà dell’offerta turistica che è in grado di spaziare dal segmento artistico-culturale a luoghi attrattivi per la vocazione enogastronomica o religiosa, fino alla più tradizionale offerta balneare. Mi preme sottolineare anche l'andamento delle imprese legate al sociale e all’assistenza con una crescita del 7,4%. Tra i vari settori economici, significativo è il dato che vede il comparto manifatturiero resistere alla chiusura di diverse attività andata invece in scena nel resto del paese negli ultimi mesi. Segno della caparbietà dell’imprenditoria picena nell’affrontare le diverse criticità che ad oggi tengono in scacco il settore delle manifatture”.
In merito alle prospettive future dell'economia del territorio di riferimento il Vice Presidente della Banca del Piceno Claudio Censori ha aggiunto: “È oggi particolarmente difficile fare previsioni affidabili sull’evoluzione della qualità del credito. La Banca del Piceno mantiene, comunque, massima e costante l’attenzione rivolta alla corretta e tempestiva classificazione e valutazione delle esposizioni e all’attivazione immediata delle iniziative, anche tramite la rinegoziazione delle condizioni o la ristrutturazione del debito, atte al superamento delle situazioni di temporanea difficoltà finanziaria del debitore, o, laddove necessario, al riconoscimento delle perdite su crediti”.
“La Banca del Piceno interpreta nel migliore dei modi il concetto di “banca di comunità” - ha detto il Presidente Mariano Cesari – che è il tratto distintivo del Credito Cooperativo e un fattore competitivo estremamente importante per il nostro istituto che da oltre un secolo reinveste sul territorio ciò che raccoglie dal territorio. Anzi, la Banca del Piceno ha ampliato e arricchito di senso questo concetto essendo sia una “banca di comunità” che una “banca per la comunità”. Una realtà resa possibile grazie alla clientela”.
Dal bilancio chiuso al 31 dicembre del 2022 emerge che le masse complessivamente amministrate per conto della clientela, costituite dalla raccolta diretta, amministrata e dal risparmio gestito, ammontano a 1.43 miliardi di euro, evidenziando un aumento di 12,3 milioni di euro su base annua (+0,87%). La raccolta indiretta, composta dal risparmio gestito e dal risparmio amministrato, a fine dicembre 2022 ha evidenziato nel complesso un aumento attestandosi a 314,6 milioni di euro contro i 300,1 milioni di euro di fine dicembre 2021 (+4,86%).
“La Banca del Piceno è una realtà solida e solidale – conclude il Presidente Mariano Cesari – e la grande solidità della banca è rappresentata ad esempio dal rapporto impieghi su depositi, oggi particolarmente contenuto e tra i migliori di tutto il sistema bancario nazionale. Inoltre, il credito deteriorato netto si attesta a livelli di assoluta tranquillità, ovvero intorno all'1%. L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un elemento fondamentale nell’ambito della pianificazione aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che la dotazione di mezzi propri assume per il sostegno all’operatività del territorio e alla crescita sostenibile della Banca. Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale (e a tal proposito abbiamo recentemente superato la soglia dei seimila soci distribuiti sulle 4 province di nostra competenza) e criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili, largamente eccedenti il vincolo di destinazione normativamente stabilito. Anche in ragione delle prudenti politiche allocative, le risorse patrimoniali continuano a collocarsi ampiamente al di sopra dei vincoli regolamentari. Al 31/12/2022 il patrimonio netto contabile, inclusivo del risultato a fine esercizio, ammonta a 80,8 milioni di euro con una crescita del 14,20% rispetto al 2021”.
La solidità della Banca del Piceno è la condizione necessaria per essere, quindi, anche una banca solidale. “Numerose sono state le iniziative che hanno soddisfatto le finalità mutualistiche tipiche del credito cooperativo. Nel corso del 2022, mi preme sottolineare come alcune delle azioni intraprese dalla Banca per finalità sociali siano emerse anche nelle riunioni territoriali che abbiamo organizzato con i soci. Sono stati momenti di incontro e di confronto particolarmente importanti per far conoscere le strategie di sviluppo e ricevere dai nostri Soci gli stimoli per costruire il futuro della Banca del Piceno”.
Condividiamo,
lo stesso destino
Seimila soci e ventotto filiali, il Presidente Cesari:
“Per noi è motivo d’orgoglio essere al servizio del territorio”.
Essere solidi e solidali: con questo spirito, il risultato del Bilancio 2022 della Banca del Piceno è ancora più significativo, lo hanno sottolineato durante l’Assemblea Annuale il Presidente della Banca del Piceno, Mariano Cesari, ed il Vicepresidente Claudio Censori.
“Reinvestiamo nelle nostre zone di competenza quanto raccogliamo – ha ricordato il Presidente Cesari – e questo rispecchia il modus operandi del Credito Cooperativo. Però, è giusto sottolinearlo, abbiamo supportato famiglie ed imprenditori nonostante la complessità della congiuntura socio-economica e la necessità di adeguarci alla struttura che deve avere una Banca per essere all’avanguardia, innovativa, rispettare determinati parametri: questo è un motivo di orgoglio, insieme a quello di percepire quanto la Banca del Piceno sia un punto di riferimento per il territorio. Siamo in un periodo storico in cui i grandi Istituti stanno abbandonando i piccoli e medi comuni in tutta Italia, il nostro territorio potrà sempre contare su di noi: non chiudiamo le filiali, investiamo perché con il nostro territorio condividiamo lo stesso destino”
Gli fa eco il Vicepresidente Claudio Censori: “Siamo la Banca più grande tra Marche ed Abruzzo: è un vanto ma è anche una responsabilità che sentiamo molto. Non ci accontentiamo ovviamente di una semplice vicinanza al territorio, noi vogliamo farlo crescere. È un impegno importante, perché in alcune zone c’è sofferenza: alcune filiali sono in aree che hanno subito il sisma del 2016 e adesso sono soggette a spopolamento. Però noi continuiamo ad impegnarci ed i risultati sono anche testimoniati da questo bilancio. Viviamo anni difficili, con crisi che si susseguono, dal 2008 ad oggi, ma noi riteniamo di avere le capacità e la solidità per continuare a svolgere la nostra missione, per poter continuare ad esercitare l’azione di sostegno all’economia locale. I segni di ripresa ci sono: i nostri concittadini sono laboriosi, la fiducia nasce anche da questa constatazione”.
Monteprandone:
una serie di iniziative dedicate alla Legalità
Incontri, conferenze, spettacoli incentrati sulla legalità, tema molto a cuore al Comune di Monteprandone e all’associazione culturale musicale “Il Rompibolle” di San Benedetto del Tronto. L’ultimo evento in ordine di tempo davanti a 300 studenti. Molto è stato fatto, tante iniziative sono in cantiere con il sostegno della Banca del Piceno. “Partiamo dagli studenti e arriviamo alla cittadinanza con l’obiettivo di porre l’accento sulla legalità e sulle regole da seguire, anche in collaborazione con la locale stazione dei carabinieri guidata dal Luogotenente C.S. Gabriele Luciani – spiega Sergio Loggi, sindaco di Monteprandone –. Da parte mia un sentito ringraziamento all’associazione “Il Rompibolle” per il costante impegno e la capacità di dialogare su argomenti di alto spessore, usando linguaggi come il racconto, la testimonianza, la musica. L’ultimo evento in ordine di tempo è stato un successo. Il mio ringraziamento anche alla Banca del Piceno, presente all’appuntamento conclusivo con il vice presidente Claudio Censori, sempre vicina alle iniziative di spessore del territorio. E’ importante sentire la vicinanza della banca locale”. Banca del Piceno sempre più al fianco dell’economia del territorio e delle diverse realtà sociali, grazie anche all’impegno del Consiglio di Ammonistrazione. “Salvo, storia dell’Arma e di un Eroe” è il titolo dello spettacolo-conferenza incentrato sulla legalità e sull’uomo carabiniere andato in scena proprio a Monteprandone. Due sessioni dedicate alle scuole al mattino, svoltesi all’auditorium Pacetti a Centobuchi davanti a 300 studenti e alla dirigente dell’Isc Roberta Capriotti; in serata, l’appuntamento dedicato alla cittadinanza. A dialogare con i ragazzi, oltre agli esponenti dell’Arma, il dottor Ettore Picardi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Teramo. In prima fila il vice sindaco Daniela Morelli e l’assessore alla cultura Roberta Iozzi.
Un grande contenitore culturale, quello messo a punto dall’associazione “Il Rompibolle”, guidata dalla presidente Paola Olivieri. Basilare il ruolo del comandante della Stazione dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto, il Luogotenente C.S. Pasqualino Palmiero, sempre attento e sensibile a beneficio del territorio. Musica alternata alle testimonianze dirette, poi il dibattito.
Interesse e attenzione mostrati dai presenti. “Evento diretto, snello, dal linguaggio moderno, tra musica e parole, che è andato dritto al cuore, a testimonianza di un alto momento di riflessione – aggiunge il sindaco Loggi –.
Si è parlato di Costituzione, del ruolo dell’Arma, del dialogo tra le forze dell’ordine e i cittadini, delle opportunità ma anche dei rischi del web. Toccanti i ricordi dedicati all’eroe Salvo D’Acquisto e al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Va ricordato che proprio in merito alla legalità, il Comune di Monteprandone ha ottenuto un finanziamento di 20.560 euro dal Ministero dell’Interno per il programma Scuola Sicura. Abbiamo consegnato una copia della Costituzione a tutti i 18enni”. L’associazione “Il Rompibolle” da diversi anni porta in scena musical le cui trame, i testi, le musiche e gli arrangiamenti sono del tutto originali. Gli attori (non professionisti) recitano, ballano e cantano dal vivo e lo stesso avviene per la band, che suona live. I temi trattati negli spettacoli sono legati alla vita di oggi e mettono in evidenza le incoerenze, le difficoltà e le lacune della nostra società, contrapponendo ad esse i valori della solidarietà e dell’amicizia.
SPECIALE FILIALI STORICHE
UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA STORIA DELLA NOSTRA BANCA
Un percorso nella storia del sistema bancario del Credito Cooperativo è quello che il lettore può fare, leggendo le evoluzioni delle filiali storiche di quella che è oggi la Banca del Piceno. Infatti, la Banca del Piceno è la perfetta sintesi di un'evoluzione che ha avuto, nel corso degli anni, il credito cooperativo nelle Marche e in Abruzzo. Perché le filiali storiche sono l'esempio concreto del nucleo originario delle aziende di credito che oggi compongono la Banca del Piceno. Nelle loro stanze, oltre un secolo fa, sono stati sottoscritti i primi atti costitutivi sintesi di accordi tra imprenditori e rappresentanti della Chiesa accomunati da un unico obiettivo: offrire alla cittadinanza una banca in grado di garantire un solido e solidale sviluppo sociale ed economico. E così il viaggio ideale tra le Banche di Credito Cooperativo del territorio inizia con la Cassa Rurale ed Artigiana di Castignano che è stata la prima delle Marche e la sua data di costituzione risale al 1898 seguita poi da quelle di Acquaviva, Monteprandone, Montalto delle Marche e Colli del Tronto. Attraverso le testimonianze degli attuali Coordinatori delle filiali è possibile comprendere ciò che è stato fatto e ciò che viene quotidianamente fatto per le persone che vivono nei territori di competenza. Le loro parole esprimono lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di fare che testimonia in maniera eloquente come sia avvenuta la crescita delle banche nel corso dei secoli. Infatti, se la costituzione delle banche diede concretezza ad un lungimirante progetto voluto dai fondatori, nel corso dei secoli, sono stati i dipendenti delle banche che hanno concretizzato le decisioni dei consigli di amministrazione contribuendo allo sviluppo delle aziende di credito facendole entrare sempre di più nel tessuto sociale dei vari centri del Piceno. Il “modo di fare banca” di queste aziende ha permesso anche in anni più recenti il salvataggio di consorelle. Infatti quella che era la Banca Picena Truentina inglobò quella che era la Cassa Rurale di Torano e successivamente la BCC Picena fece lo stesso dapprima con la Banca di Ascoli e successivamente con la Banca Sambenedettese. Il tratto distintivo che si ritrova oggi nelle Banca del Piceno è la capacità di “fare banca” degli amministratori e dei dipendenti che si è trasformato nei secoli in un vero e proprio fattore competitivo in grado di superare anche le gravissime crisi economiche internazionali che hanno determinato la chiusura di tante banche. Ma la Banca del Piceno continua ad operare continuando a scrivere ogni giorno pagine importanti della sua storia.
ACQUAVIVA PICENA
“Di padre in figlio”.
Nella filiale storica di Acquaviva, molti clienti sono parenti dei soci fondatori: le parole del Coordinatore, Giampiero Fogli.
L'atto costitutivo della Cassa Rurale di Prestiti di Acquaviva Picena porta la data del 17 settembre del 1902. Quel mercoledì, il notaio certificò la nascita di una realtà destinata a segnare profondamente la storia bancaria della provincia di Ascoli sin dalla sua costituzione.
Infatti, nel libro dello storico Gabriele Cavezzi dal titolo: “Una storia esemplare: i cento anni della Banca Picena Truentina Credito Cooperativo” si legge che “un posto di rilievo è occupato, nell'ambito della cosiddetta “storia economica”, dal formarsi della mentalità creditizia”, in grado di condizionare la “crescita civile e culturale dei popoli”.
Un ruolo, questo, che la banca ha saputo svolgere nel corso dei secoli sino a diventare la parte fondante dell'attuale Banca del Piceno. L'attuale ruolo svolto dalla filiale storica di Acquaviva Picena è spiegato dal Coordinatore Giampiero Fogli: “La filiale è un punto di riferimento del territorio. Acquaviva Picena è un piccolo paese e gli abitanti hanno da sempre dimostrato un grande attaccamento alla banca. La dimostrazione è nel numero dei soci che compongono la base sociale dell'attuale Banca del Piceno”.
Ci sono anche clienti che sono parenti dei soci fondatori?
“Certamente, la base sociale della banca è del paese e del territorio. Abbiamo clienti da cinquant'anni che sono parenti dei soci fondatori”.
Quanto è importante il ruolo della Banca del Piceno per il territorio?
“È l'unica banca presente sul territorio comunale. Fino a qualche anno fa, c'era un altro sportello bancario che ha chiuso da diversi anni. La Banca del Piceno è quindi l'unico presidio”.
Una sola banca in un territorio che, a differenza di altri centri, non ha subito una drastica riduzione della popolazione.
“Acquaviva Picena non si è spopolata. La vicinanza con San Benedetto ha portato diversi giovani a venire a vivere proprio ad Acquaviva e questo è sicuramente molto importante”.
Quanto conta il turismo per lo sviluppo del territorio?
“Sono sorti soprattutto diversi B&B e degli agriturismi. Nel contempo, notiamo che vengono ristrutturate case in campagna acquistate da olandesi e belgi che riqualificano delle abitazioni soprattutto nelle campagne che erano state abbandonate”.
E l'attività industriale?
“La zona industriale si è ridimensionata negli ultimi anni ed è una delle aree caratterizzata da un'imprenditoria particolarmente vivace”.
La Banca del Piceno come supporta l'evoluzione del sistema socio economico del territorio?
“La nostra banca è attualmente impegnata nel supportare le piccole e medie aziende oltre alle famiglie. Grazie alle agevolazioni previste dalla normativa vigente, eroghiamo diversi mutui per le giovani coppie under 36 che scelgono Acquaviva per venire a vivere. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, gestiamo e supportiamo le realtà aziendali impegnate nel passaggio generazionale. La vitalità imprenditoriale di Acquaviva si caratterizza anche con l'apertura di nuove attività commerciali e di bar e ristoranti che vengono fatte da giovani imprenditori. Stiamo curando anche lo sviluppo di alcune cantine che si stanno evolvendo e dalle vendite concentrate sul mercato locale stanno ampliando i propri mercati anche in altre zone d'Italia e all'estero”.
Per la filiale di Acquaviva è importante anche l'attività mutualistica?
“Storicamente, la banca è sempre stata al fianco delle attività promosse dalle associazioni che operano nel sociale. Ad esempio, la banca supporta l'importante manifestazione Sponsalia, oltre alle attività dell'Associazione sportiva Acquaviva Calcio, della scuola di danza “La Koreutica”, boy scout e associazioni religiose”.
Il team che condivide con lei il funzionamento della filiale da chi è composto?
“Sono due gli addetti che quotidianamente sono impegnati a soddisfare le richieste della clientela e sono Anna Maria Spaccasassi e Gloria Volunni”.
Filiale di Acquaviva Picena - Via Marziale, 36 / Tel. 0735 76991 / Mail. filiale.acquaviva@bancadelpiceno.bcc.it
CASTIGNANO
La prima Cassa Rurale e Artigiana delle Marche
Nelle parole del coordinatore, Enrico Cicchi, la sintesi della storia gloriosa della filiale di Castignano
Nel 1898, a Castignano, venne fondata la prima Cassa Rurale e Artigiana delle Marche. Un gruppo di lungimiranti sacerdoti ed esponenti dell'imprenditoria decisero di dotare la città e il comprensorio di un'azienda di credito in grado di soddisfare le esigenze dettate dallo sviluppo del sistema socio economico.
Castignano, infatti, era al centro di un territorio particolarmente operoso del Piceno. Così alla fine dell'800 decisero di sottoscrivere l'atto costitutivo della Cassa Rurale e Artigiana di Castignano: don Luca Siliquini, don Silvio Sciamanna, Pietro Fioravanti, don Antonio Carlini, don Giuseppe Marchei, don Pio Amatucci, don Antonio Scaramucci, Luigi Innocenti, Nicola Scalabroni, Francesco Scaramucci ed Andrea Siliquini.
Nel libro sulla storia di Castignano, nel capitolo dedicato alla descrizione della storia della Cassa Rurale e Artigiana l'autore riesce a sintetizzare perfettamente quali sono stati i presupposti che hanno decretato sin dall'inizio il successo della banca: “Lo spirito di iniziativa, la laboriosità, il senso del risparmio e l'estro creativo dei castignanesi, fecero in modo che il seme gettato attecchisse e fruttificasse. Non a caso tra i fondatori c'erano ben sette sacerdoti sensibili conoscitori del luogo, della sua storia e della sua gente”.
Nel corso degli anni la Cassa Rurale e Artigiana di Castignano è stata protagonista di importanti fusioni e acquisizioni. Risale al 1995, infatti la fusione con la Cassa Rurale e Artigiana di Montalto dando vita alla BCC Picena di Credito Cooperativo. Inoltre, nei primi anni del terzo millennio l'azienda di credito perfezionò l'acquisizione dapprima della Banca di Ascoli e successivamente della Banca Sambenedettese. In anni più recenti la fusione con quella che era la Banca Picena Truentina diede vita all'attuale Banca del Piceno.
Enrico Cicchi, attuale coordinatore della filiale di Castignano ripercorrendo le tappe della storia della banca evidenzia anche “l'importante ruolo svolto dal Conte Nicola Recchi Franceschini non solo per la nostra banca, ma per tutto il movimento cooperativo bancario regionale tanto da avere una sala a lui dedicata nella sede di Ancona della Federazione Marchigiana e inoltre, il prima Direttore generale e poi presidente Rosario Donati”.
Qual è secondo lei il segreto del successo della banca nel corso degli anni?
“Proprio la conoscenza del territorio e della gente che vi abita e opera è tutt'oggi il tratto distintivo e nel contempo il fattore competitivo che permette alla banca di rimanere un importante punto di riferimento della comunità”.
Da chi è composta la clientela della banca?
“Principalmente da micro imprese del territorio, imprese commerciali artigiani e agricole oltre, ovviamente, alle famiglie. Negli ultimi anni abbiamo sostenuto anche diversi passaggi generazionali”.
Come è cambiata la clientela negli ultimi anni?
“Certamente il terremoto del 2016 ha interessato una larga parte del nostro territorio di riferimento e noi sosteniamo le aziende e le famiglie che hanno subito danni dal sisma del. Inoltre, tra i nostri clienti ci sono anche molti soci storici della banca e tutte le attività più importanti della zona si rivolgono a noi anche per il tramite del nostro Centro Imprese, molte attività nel settore edile che hanno avuto un considerevole impulso grazie alla ricostruzione post sisma”.
Una banca che è vicina alla gente e alle tante realtà che operano nel sociale?
“Sosteniamo le varie associazioni del nostro territorio. Tramite la Pro Loco supportiamo l'importante evento di Templaria oltre ad altre realtà come le associazioni sportive la Croce Rossa, le Parrocchie e la Banda Musicale di Castignano”.
Da chi è composto l'organico della banca?
“Attualmente lavorano nella filiale Mirella Illuminati, Stefania Pirocchi e Giuseppe Boccucci che si occupano anche dell'apertura dello sportello di Rotella tutti i mercoledì mattina. Inoltre a supporto abbiamo la collega Marica De Angelis che riveste il ruolo di gestore personal la quale assiste i clienti nel settore del risparmio e degli investimenti finanziari”.
Filiale di Castignano - Via Galvoni, 1 / Tel. 0736 82471 / Mail. filiale.castignano@bancadelpiceno.bcc.it
COLLI DEL TRONTO
L’intervista al Coordinatore Danilo Capecci
La vitalità imprenditoriale della Vallata del Tronto, nella metà degli anni '80, rese necessaria l'apertura di una nuova banca. La lungimiranza del dottor Giacomo Giacobetti, che ebbe l'idea di creare una banca del territorio in grado di far sviluppare il territorio, si concretizzò in un progetto al quale aderirono molti imprenditori e cittadini comuni.
La Cassa Rurale di Colli del Tronto diventò un'importante realtà nel 1985 e il primo conto corrente è stato aperto il 29 novembre 1985, proprio dal presidente della stessa azienda di credito Giacinto Giacobetti. “Il presidente che era anche il sindaco di Colli del Tronto – ci ha spiegato Danilo Capecci, attuale Coordinatore della filiale della Banca del Piceno – si è prodigato per mettere insieme cento soci e raccogliere il capitale sociale di 200 milioni di lire che era il capitale sociale per avviare un istituto di credito come Cassa Rurale”.
La Cassa Rurale di Colli del Tronto aveva un territorio particolarmente vivace?
“Il territorio si estendeva da Monsampolo del Tronto fino a Castel di Lama, lungo la dorsale della Salaria per comprendere poi Castorano fino al vicino Abruzzo. La presidenza del dottor Giacomo Giacobetti ha segnato un considerevole sviluppo e consolidamento della banca fino alla fusione con la Cassa Rurale di Acquaviva Picena e Monteprandone. I consigli di amministrazione delle due Casse Rurali riuniti, separatamente ed in seduta straordinaria previa acquisizione del benestare della Banca d'Italia, il 23 luglio 1995 ratificarono l'accordo di aggregazione dando così vita alla Banca Picena Truentina. Una storia relativamente breve, quella della Cassa Rurale di Colli del Tronto, ma molto interessante”.
Che tipo di clientela ha la filiale, qual è il ruolo dei giovani?
“La nostra filiale ha una clientela molto retail. Molte sono le attività che hanno sede lungo la Salaria che hanno come partner finanziario la nostra banca. Il settore vivaistico è molto sviluppato. È un settore in espansione e molti sono clienti della banca. Per il resto ci sono professionisti molto importanti che hanno deciso di lavorare con la Banca del Piceno. I giovani si stanno concentrando sul terziario. Molti scelgono la libera professione, un numero consistente anche la ristorazione”.</p
Molte aziende hanno dovuto affrontare le conseguenze della permacrisi?
“Le imprese del nostro territorio hanno richiesto la sottoscrizione di mutui agevolati Covid. Inoltre, abbiamo supportato le aziende costrette anche ad affrontare le conseguenze generate dal conflitto in Ucraina. Le imprese ancora oggi possono beneficiare delle agevolazioni previste dalla Legge Regione Marche n. 13/2020 che permette alle aziende di avere dei prestiti a tasso agevolati e ristorno per gli interessi. Non dimentichiamo, infine, che Colli del Tronto è l'ultimo comune che rientra nell'area del cratere dei terremoti del 2016”.
La filiale ha quindi una clientela molto variegata?
“Abbiamo il conto corrente per i minori ma nel contempo lavoriamo anche con persone anziane. Basti pensare che, tra i nostri clienti che frequentano regolarmente la filiale, c'è anche una signora che quest'anno compirà cento anni. La gente del nostro territorio è operosa e con una spiccata propensione al risparmio e questo ha caratterizzato nel corso degli anni l'attività della nostra filiale che ha sempre fatto più raccolta che impieghi”.
La Banca del Piceno sostiene l'attività anche di associazioni impegnate nel sociale?
“Certamente, sosteniamo ad esempio l'iniziativa “Piccolo cuore di seta della Vallata del Tronto” oltre all'Atletica Azzurra Colli di calcio che milita in Eccellenza, con un vivaio di 170 bambini: di recente, abbiamo iniziato a sponsorizzare un'associazione che fa i cortometraggi nel sociale, per la sensibilizzazione della donazione del sangue che ha realizzato il video “L'eroe invisibile” del regista Ernesto Vagnoni. Sosteniamo, quindi, quelle associazioni che danno un contributo allo sviluppo sociale della comunità, come la Pro Loco di Colli del Tronto che pubblica “Il Liofante”, un periodico diffuso sul territorio”.
La Banca del Piceno costituisce un presidio importante per il territorio?
“In questo territorio ci sono molte banche che stanno chiudendo le proprie filiali e quindi tra breve rimarremo l'unico principale presidio bancario. I grandi gruppi bancari stanno abbandonando i piccoli centri e la Banca del Piceno rimane l'unico presidio sul territorio con tutti i servizi bancari e assicurativi. Proprio per agevolare il trasferimento dei clienti dei grandi gruppi bancari, la Banca del Piceno ha realizzato il conto denominato Vieni con Noi che ha diverse agevolazioni”.
Da chi è composto il team che lavora nella filiale?
“I colleghi che quotidianamente lavorano nella filiale sono: Andrea Panichi, addetto all'accoglienza della clientela, Stefania Allevi, Monia Angelozzi, Alberto Sassetti., Marco Ioannone. Valentina Pezza assistenti clientela mass market. Una squadra ben amalgamata con colleghi più esperti e più giovani, un mix di esperienza e di voglia di fare tipica dei giovani. Come filiale garantiamo anche la funzionalità delle sedi di Villa Sant'Antonio e Appignano”.
Filiale di Colli del Tronto - Via Salaria, 176-178 / Tel. 0736 890001 / Mail. filiale.collideltronto@bancadelpiceno.bcc.it
MONTALTO DELLE MARCHE
Vicini ai giovani e al passaggio generazionale delle aziende
L’intervista a Paolo Giovannini, Coordinatore della filiale di Montalto delle Marche
Nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, nella Diocesi di Montalto furono fondate le più antiche Casse Rurali delle Marche. La costituzione della Cassa Rurale di Montalto delle Marche, infatti, risale al 1901. Poco prima, ovvero nel 1898, fu costituita la Cassa Rurale di Castignano e nello stesso anno della nascita della banca a Montalto venne creata quella di Force, poi chiusa come quella di Montedinove, costituita nel 1916.
Tra i promotori, figurano sacerdoti e benestanti della zona. La Cassa Rurale di Montalto diventò una delle più importanti realtà del territorio, un ruolo che mantenne fino alla fusione, nel 1995, con la Cassa Rurale di Castignano che portò alla costituzione della Banca di Credito Cooperativa Picena.
“Una banca diffusa sul territorio – ci ha spiegato Paolo Giovannini, Coordinatore della filiale di Montalto della Banca del Piceno – infatti, oltre alla sede di Montalto la banca aveva le filiali a Ortezzano e a Lapedona”.
Una banca che ha sempre svolto il ruolo di punto di riferimento per il territorio?
“Certamente, Montalto è stato sempre il punto di riferimento per il territorio. A partire da Papa Sisto V, che diede un considerevole sviluppo al centro”.
Una storia che gli abitanti di Montalto si tramandano fino ad oggi?
“Tra i soci della Banca del Piceno, figurano i discendenti degli amministratori e dei soci di quella che era la Cassa Rurale e Artigiana di Montalto”.
Qual è la clientela di riferimento della filiale di Montalto?
“La clientela tipo della nostra banca è costituita da piccole imprese agricole e del settore edile. Non mancano anche delle importanti realtà industriali che fanno riferimento a famiglie di Montalto e che danno lavoro a numerosi addetti. Un esempio in tal senso è anche la Cantina Sociale di Montalto che è da sempre cliente della banca”.
Una banca che serve una fetta consistente del Piceno?
“Montalto, Cossignano, Carassai e Montedinove sono i comuni che compongono il nostro territorio di riferimento”. Attualmente, nelle aziende siamo impegnati a supportare il passaggio generazionale. Assistiamo quindi molti giovani che dimostrano di essere in grado di prendere in mano le redini dell'azienda dalla generazione precedente. Un altro aspetto importante è quello relativo all'evoluzione del settore agricolo. Molti agricoltori, infatti, hanno convertito il proprio patrimonio edilizio con la creazione di agriturismi che richiamano soprattutto stranieri”.
Una volta conosciuto e apprezzato le bellezze del territorio poi gli stranieri hanno deciso di investire nell'area?
“Gli stranieri hanno investito riqualificando il patrimonio edilizio avviando in alcuni casi anche delle aziende agrituristiche ma nella maggior parte sono seconde case di proprietà soprattutto di tedeschi, belgi e olandesi. Questa da nuova linfa al territorio garantendo anche nuove opportunità per i clienti della banca. Inoltre, a Montalto in questi mesi sono stati aperti molti cantieri per la ricostruzione post terremoto e anche i fondi del Pnrr contribuiranno a far mutare il volto di Montalto con la realizzazione di grandi opere di riqualificazione”.
In questo contesto è fondamentale il ruolo della banca?
“Sì, anche perché la Banca del Piceno è l'unica realtà che opera sul territorio dove altre aziende di credito hanno deciso di chiudere gli sportelli accorpando le funzioni in altre sedi”.
I giovani stanno tornando a Montalto?
“La nostra banca sta erogando diversi mutui under 36 anche per acquistare immobili in altre località del Piceno. Per quanto riguarda i giovani, stiamo facendo opera di sensibilizzazione per stimolarli a diventare soci della nostra azienda di credito considerando l'importanza che riveste una banca di comunità per la comunità”.
A proposito di comunità, qual è il ruolo che svolge la banca per il sociale?
“Da sempre supportiamo le associazioni del terzo settore che operano a Montalto, come ad esempio la locale squadra di calcio, la Croce Azzurra, Avis, associazioni giovanili, i cori di Montalto, oltre all'ente impegnano nell'organizzazione della festa Streghe e Folletti”.
Da chi è composto il team che lavora nella filiale di Montalto?
“Oltre a me sono impiegati in questa filiale anche Paolo Consorti e Antonella Amadio”.
Filiale di Montalto delle Marche - Viale dei Tigli, 37-39 Tel. 0736 828021 / Mail. filiale.montalto@bancadelpiceno.bcc.it
MONTEPRANDONE
Da sempre un punto di riferimento per il territorio
Intervista alla coordinatrice della filiale di Monteprandone, Giovanna Narcisi.
“Alle 14 ore e un quarto, nel locale attiguo alla Sagrestia della Collegiata si è aperta la seduta generale dei soci......”. Inizia così la storia della Cassa Rurale dei Prestiti “San Giacomo della Marca” in Monteprandone. In quel lunedì dell'8 febbraio 1904 venne creata una banca destinata, nel corso degli anni a supportare lo sviluppo socio economico del territorio diventando, attraverso fusioni e acquisizione componente fondamentale dell'attuale Banca del Piceno.
Giovanna Narcisi attuale coordinatrice della filiale di Monteprandone della Banca del Piceno ci ha detto: “La Cassa dei Prestiti di San Giacomo della Marca, costituita nel 1904 da un'iniziativa di Don Giuseppe Caselli insieme ad alcuni promotori, si poneva l'obiettivo di dare prestiti soprattutto agli agricoltori in difficoltà”. Don Giuseppe Caselli ebbe un ruolo fondamentale nella fase iniziale dell'attività bancaria. Nato a San Benedetto nel 1877, è stato fondatore e dirigente dell'azienda di credito e, come riportato nel libro dello storico Saturnino Loggi di Monteprandone, ha segnato numerose generazioni con il suo esempio e il suo impegno.
In proposito la Coordinatrice Giovanna Narcisi ha aggiunto: “Il primo cassiere fu proprio Don Giuseppe Caselli, il quale poi ne diventò anche il direttore e, grazie alle sue doti, contribuì in maniera determinante a far superare la crisi del '29 alla banca proprio grazie all'accuratezza dimostrata nella gestione”.
Dov'era inizialmente la sede della Banca?
“Inizialmente la sede era nel centro storico in un'abitazione privata e occupava una stanza. Poi si spostò fuori dalle mura e da quarant'anni è nell'attuale sede”.
Da sempre è stata un punto di riferimento per la comunità?
“È da sempre un punto di riferimento per il territorio. Inizialmente, c'era solo la sede attuale di Monteprandone poi, quando si sviluppò la zona industriale di Centobuchi, il consiglio decise l'apertura di una nuova filiale. Poco prima dell'apertura della nuova filiale di Centobuchi, la banca portò a termine la fusione con la Cassa Rurale di Acquaviva diventando così la Cassa Rurale e Artigiana di Acquaviva Picena e Monteprandone”.
Un'azienda di credito protagonista dello sviluppo della Vallata del Tronto?
“La banca è da sempre un punto di riferimento dello sviluppo industriale della Vallata del Tronto a partire dagli anni '60. Attualmente la clientela è principalmente composta da famiglie, artigiani, commercianti e anche piccole e medie imprese”.
Come sta cambiando la popolazione di Monteprandone?
“Attualmente Monteprandone è uno dei comuni più grandi della provincia di Ascoli. La nostra banca si rivolge anche alle giovani coppie. Infatti, sto notando che i giovani stanno riscoprendo gli antichi borghi e molti decidono di acquistare la loro prima casa proprio a Monteprandone. Provengono da San Benedetto e dai paesi del circondario. A loro la Banca del Piceno applica le agevolazioni previste per i mutui destinati ai giovani under 36 anni con tassi e condizioni particolarmente vantaggiose”.
Il territorio di Monteprandone si distingue da sempre per una spiccata vivacità imprenditoriale?
“Si stanno crescendo nuove attività nel centro storico e in particolar modo nel periodo estivo. Quindi la banca continua a supportare le nuove attività e le giovani famiglie oltre a continuare ad essere un punto di riferimento per la nostra clientela abituale e consolidata negli anni. Abbiamo clienti da oltre cinquant'anni e molti soci storici della Banca del Piceno hanno tra i loro parenti gli stessi soci fondatori di quella che era Cassa Rurale dei Prestiti “San Giacomo della Marca” in Monteprandone”.
Molti giovani soci dell'attuale Banca del Piceno sono di Monteprandone?
“Ultimamente abbiamo incentivato anche l'ingresso di nuovi soci agevolando la sottoscrizione delle quote e abbiamo notato anche uno spiccato interesse mostrato dalle donne”.
Attualmente nella filiale storica di Monteprandone, oltre alla coordinatrice Giovanna Narcisi, lavorano Francesca De Santis e Paola Censori, proseguendo l'importante funzione di azienda di credito avviata 120 anni fa.
Filiale di Monteprandone - Via Borgo da Mare, 22 Tel. 0735 62525 / Mail. filiale.monteprandone@bancadelpiceno.bcc.it
La Banca del Piceno
per l’(in)formazione
La premiazione della 17esima edizione di “Cronisti in Classe”
Si è svolta la cerimonia 2023 di premiazione dei vincitori della XVII edizione del campionato di giornalismo “Cronisti in classe” indetto da Il Resto del Carlino e riservato alle scuole medie che ha coinvolto le province di Ascoli Piceno e Fermo.
Centinaia di studenti e studentesse hanno potuto partecipare insieme ai loro insegnanti al momento conclusivo del progetto de Il Resto del Carlino che da anni porta il giornalismo sui banchi scolastici.
Un’avventura che, durante l'arco dell'intero anno scolastico, ha portato gli istituti a creare le loro pagine di giornale pubblicate settimanalmente sull'edizione locale del quotidiano. Tante le scuole che hanno aderito all'iniziativa realizzando delle pagine sui temi d’attualità più svariati come l'ambiente, il sisma, i problemi dei giovani.
A dare il proprio supporto ai campionati di giornalismo come ogni anno gli sponsor locali, tra i quali la Banca del Piceno, istituto che crede nel territorio e nelle sue potenzialità di crescita e sviluppo e sostenere il campionato significa dare concretezza a questo principio, partendo dai giovani.
ECCELLENZE
Acquaviva, Terraviva.
L’associazione, dal 1999, opera a tutto tondo per tramandare le tradizioni di Acquaviva con azioni mirate: dal teatro all’arte delle pajarole.
Acquaviva, paese dalle tradizioni millenarie che affonda le sue radici storiche in epoca picena, è oggi un borgo molto attivo, la cui popolazione si prodiga per mantenere viva la sua storia. Lo fa attraverso l’associazionismo, mobilitando in numerose realtà i cittadini che vogliono prodigarsi per il bene comune.
Il Laboratorio Terraviva, dal 1999, opera a tutto tondo a tale scopo con azioni mirate, che il suo storico presidente, Filippo Gaetani, è sempre entusiasta di illustrare.
Presidente Gaetani, cosa ricorda degli albori di Terraviva?
Di sicuro, ricordo l’entusiasmo di un gruppo di amici che, avendo avuto insieme un’esperienza nell’amministrare il paese, volevano che la loro esperienza continuasse ad essere utilizzata per il bene di Acquaviva. Per questo, a quasi venticinque anni dalla fondazione dell’associazione, voglio ringraziare tutti coloro i quali, a vario titolo, si sono messi a disposizione per l’interesse della crescita culturale e sociale del paese: tutti i soci ed i simpatizzanti che, nel tempo, ci hanno aiutato, la cittadinanza ed i turisti che ci hanno seguito con entusiasmo.
Quali furono le vostre prime iniziative?
Iniziammo con i corsi per insegnare l’arte delle pajarole, che oggi è viva grazie alle nostre associate, brave ma in numero esiguo rispetto allo scenario che si prospettava ad Acquaviva sin dalla metà dell’Ottocento, quando le stradine erano piene di donne che, fuori dal loro portone di casa, realizzavano questi cesti di paglia e di salice intrecciati. È una tradizione, in realtà, che ha origini nel Medioevo e dunque fu quasi automatico iniziare da lì.
Il calendario degli eventi, poi, si è ulteriormente arricchito.
Ci concentriamo su alcuni appuntamenti che, nel tempo, sono diventati fissi per noi, per gli acquavivani e per i turisti. Penso al Premio “La Crolla d’Oro”, che ogni anno consiste nella consegna di una delle più conosciute espressioni dell’artigianato acquavivano, la crolla appunto, ad un personaggio meritevole. Il primo, storico riconoscimento venne conferito al “cuoco contadino” Pietro Parisi, poi più di recente al giornalista Maurizio Compagnoni e al cardinale Edoardo Menichelli arcivescovo emerito di Ancona-Osimo ed al presidente della Lega del Filo D’Oro Rossano Bartoli. Portiamo il “Teatro in Fortezza”, cercando anche in tal caso di ravvivare commedie che mettano in luce lo spirito espressivo locale. La manifestazione “Secondi a nessuno” vuole dare valore ai secondi piatti e, soprattutto, alle grandi capacità dei ristoratori locali di saperli cucinare, abbinandoli ai vini del posto.
Quali sono gli appuntamenti dell’estate acquavivana che organizzerete quest’anno?
Il prossimo 22 luglio, va in scena la diciottesima edizione della cena evento con il gruppo teatrale “La Zicagna” il quale, in collaborazione con la compagnia teatrale “Sipario Aperto” presenterà Il Fantasma della Rocca in piazza San Nicolò. Alla Fortezza Medievale, il 26 agosto, c’è la serata dedicata alla Crolla d’Oro, mentre dal 23 al 24 settembre organizzeremo un convegno sullo storico acquavivano Amedeo Crivellucci proprio nell’Auditorium della Banca del Piceno, che da sempre sostiene in vari modi il nostro impegno. A novembre, infine, parleremo sempre con un convegno di un altro grande personaggio del paese, l’umanista e scienziato Celso Ulpiani”.
Pazienza, Passione, Creatività: così nascono le pajarole
Rosella Volpi racconta il suo rapporto con uno dei prodotti artigianali simbolo di Acquaviva.
Mimma Massicci, Maria Gaetani, Diana Gaetani, Nadia Mosca e Rosella Volpi: se, in molti borghi d’Italia, le tradizioni riescono a resistere all’incedere del tempo e, soprattutto, alla standardizzazione imperante, lo si deve a figure come queste, di persone innamorate del proprio paese e felici di tramandarne gli usi e le conoscenze antiche.
Loro sono, ad Acquaviva Picena, le cinque depositarie dell’arte di realizzare le pajarole, cesti di paglia e salice che sono, contemporaneamente, dei manufatti pregiati e un esempio, come si direbbe oggi, di completo “controllo della filiera”.
“Il Laboratorio Terraviva – ci dice Rosella Volpi – ha mantenuto in vita un intero processo produttivo di un manufatto tanto bello quanto povero. La tradizione rimanda alle paesane che abitavano nella zona del Colle, che molto semplicemente realizzavano questi cesti per aiutare sotto il profilo economico i loro coniugi. Costoro procuravano il grano e il recupero del grano è il primo grande merito del Laboratorio Terraviva”.
Gli associati, infatti, hanno ripiantato questo tipo di grano, la cui spiga non è particolarmente appetibile, dal punto di vista della commercializzazione, perché il chicco è molto piccolo: dunque, questa coltivazione era stata abbandonata da tempo.
“Al grano si aggiunge un’altra materia prima, il salice – prosegue Rosella – che, una volta eliminata la parte legnosa, viene conservato in “coroncine”. Poi, al momento in cui bisogna iniziare il lavoro, viene messo “a bagno” per farlo diventare flessibile. Il grano, ovviamente, viene mietuto in estate, tolte le spighe la paglia viene legata e messa in cantina. A questo punto, la lavorazione vera e propria si fa tutto l’anno, i prodotti devono solo essere tenuti lontani dall’umidità”.
Tra febbraio e marzo, il Laboratorio Terraviva organizza corsi per la realizzazione delle pajarole: si è, infatti, conclusa da qualche mese la diciassettesima edizione.
In otto settimane, tutti i partecipanti sono in grado di apprendere quel minimo di manualità necessaria a realizzare un cesto: “nell’ultimo corso i partecipanti erano dodici, capita molto spesso che non siano di Acquaviva ma dei paesi limitrofi, quando non addirittura turisti”.
Le forme tipiche della pajarola sono le nannelle, dalla forma allungata e il cestino rotondo classico: “quest’ultimo, anticamente, veniva addirittura usato come unità di misura per il grano, perché in base ai giri dei fili che costituivano il cesto, in ampiezza ed altezza, si poteva calcolare la quantità di grano che poteva contenere”.
I corsi si tengono all’interno del Museo della Pajarola, in via Del Cavaliere n.50: ideato e realizzato dalla professoressa Rinuccia Napoletani, la struttura è situata nella sede dei laboratori di Terraviva e l’attuale esposizione di manufatti è stata realizzata con la collaborazione dell’architetto Adele Ciarrocchi.
L’entusiasmo per un lavoro così antico e manuale ha conquistato Rosella ben prima che ne diventasse maestra: “ho iniziato proprio seguendo uno dei primi laboratori, poi ho provato a sperimentare e oggi realizzo anche delle palle natalizie e delle borse in paglia e salice. Con la parte più sottile del grano e un filo d’oro, sono riuscita anche a creare degli orecchini, delle collane e dei portachiavi. Naturalmente, per questi prodotti non si lavora con il punteruolo, come per le pajarole, ma con l’ago”.
Chiunque visiti il Museo delle Pajarole, aperto due giorni alla settimana, percepisce quanta pazienza, passione e creatività ci sia dietro gli oggetti in mostra: volendo fermarsi ad ascoltare, si può ascoltare il racconto della memoria storica di un popolo, delle speranze e delle aspettative quotidiane, tutti frammenti di vita che Mimma, Maria, Diana, Nadia e Rosella preservano per il bene della comunità.
Per informazioni sugli orari di apertura del Museo, si possono contattare i numeri 347/0461759 e 349/0574819. Per i gruppi di visitatori sopra le dieci unità, si può prenotare una visita guidata anche nei giorni e orari diversi da quelli sopra indicati.
Il vocabolario delle pajarole
Le parole chiave per comprendere l’arte antica acquavivana
Paglia
La paglia è quella degli steli del grano mietuto con la falce, reciso delle spighe.
Legature
Le legature classiche ed esclusive sono le “crolle” ricavate, perlopiù, dalla spaccatura dei vimini del salice e, in minor parte, dai rovi (i ruvi) recisi nella fase finale del ciclo vegetativo. La paglia così raccolta ripartita in mannelle veniva riportata nelle case in paese dove svestita, o come si diceva “spelleccata”, delle scorie rimastevi attaccate, veniva accantonata o nella legnaia o nel rudimentale soppalco (lu pèsele) del magazzino o della stalla.
Salice
Alla provvista dei vimini del salice (lu vench) e dei rovi (i ruvi) pensavano gli uomini i quali, soprattutto lungo i fossi, entravano nei roveti a tagliare con le forbici potatrici o con i falcetti, gli arbusti (la“carciola”) dell’anno, per poi, sul posto, ripulirli delle puntute protuberanze, affastellarli in mazzi trasportati a spalla e quindi, portati a casa, spellarli e spaccarli subito longitudinalmente e ricavarvi le crolle scure.
Vimini
I vimini (lu vench) per la caratteristica resistente loro flessibilità, dopo che si era essicata la linfa, venivano spellati, spaccati e ridotti in crolle dalle donne. Tutte le crolle così ricavate, composte in mazzetti ed arrotolate a mo’ di ciambelle, venivano appese infilate in bastoni di ferro o di. legno e riprese poi via via per la confezione delle pagliarole.
Punteruolo
Lo specifico arnese adoperato per realizzare le pajarole era il punteruolo (lu puntarule), dalla forma e dalla lunghezza di una matita appuntita con su la parte opposta un occhiello che serviva non tanto per appendere al chiodo l’arnese quanto piuttosto per facilitare la pressione del pollice sul ferro che doveva forare l’intreccio della paglia per infilarvi la crolla; il falcetto o in mancanza un non più affilato coltello, serviva per appuntire o smozzicare i capi delle crolle e della paglia.
Lavorazione
La lavorazione avveniva giustapponendo i fili di paglia (in quantità corrispondente al tipo ed al diametro dei cerchi che dovevano comporre la pagliarola); i fili venivano annodati all’origine ad un capo e nell’intreccio, man mano che procedeva in cerchi sovrapposti cuciti con la crolla, si inserivano nuovi fili per integrare quelli utilizzati e consumati sino a completare il cesto il quale, sull’ultimo cerchio, come nelle asole, veniva fermato e protetto con una fitta e spessa bordatura di crolle; altrettanto veniva fatto sul bordo posto sul fondo della pagliarola.
Fonte: Depliant “La Pajarola racconta” - “Laboratorio Terraviva” - Testi avv. Francesco Angellotti
A San Benedetto, la nuova società
Cassa Microcredito e credito all’impresa
La Banca del Piceno sostiene Confesercenti in un’iniziativa che servirà a far crescere la piccola e micro impresa locale.
Anche a San Benedetto del Tronto, presso la sede Confesercenti di Via Manara n. 134, arriva la nuova società Cassa Microcredito e il Credito diretto attraverso Italia Comfidi: apre uno sportello che, nelle giornate di martedì e giovedì, analizzerà le richieste di finanziamento e che è stato affidato ad una tutor, Roberta Speca.
“L’apertura dello sportello a San Benedetto del Tronto” puntualizza la direttrice di Confesercenti Ascoli Piceno e Fermo, vicepresidente di Confesercenti Marche, Elena Capriotti “ha l’obiettivo principale di avvicinare gli imprenditori, giovani e non, che abbiano una start-up o un’azienda avviata da tempo, alla Confesercenti in maniera diretta, semplice, informale e rapida rispetto alle altre metodologie di erogazione del credito. Apriamo anche una fase di digitalizzazione della Confesercenti con una persona che se ne occupa in maniera specifica, Thomas Orsolini. Vogliamo, con questo sportello, premiare il coraggio di chi ha voglia di fare impresa, in un certo senso facilitando la nascita delle aziende, che sono la nostra ricchezza, attraverso una netta semplificazione dell’accesso al credito, anche per chi avrebbe delle difficoltà qualora utilizzasse i canali di richiesta classici”.
In una congiuntura socio-economica molto complessa, “Cassa del Microcredito Spa” ha l’obiettivo di erogare il microcredito in tempi rapidi, facilitando l’accesso al credito soprattutto per soggetti che potenzialmente potrebbero avere maggiori problemi, come i giovani e gli imprenditori di start-up.
L’Amministratore Delegato della Cassa del Microcredito e di Italia Comfidi, Emilio Quattrocchi, ha dichiarato: “L’apertura dello sportello di San Benedetto del Tronto è un messaggio chiaro al territorio, perché il microcredito è uno strumento finanziario che ha lo scopo di rispondere a esigenze di inclusione finanziaria e sociale. L’ossatura del nostro Paese è fatta da piccole e micro imprese, ma gli erogatori classici del credito, gli istituti bancari, fatta eccezione per le banche di credito cooperativo, si stanno allontanando anche fisicamente dal territorio. In molti piccoli borghi, lo sportello bancario non c’è più e dunque esiste la reale difficoltà, per un imprenditore, anche di farsi ascoltare.
La Cassa del Microcredito, pur con tutti i suoi limiti, primo fra tutti il tetto massimo erogabile di 40.000 euro, è nata proprio come strumento che mette al servizio di queste piccole imprese le competenze e la professionalità per aiutare gli imprenditori a realizzare dei progetti. Abbiamo però anche, con Italia Comfidi, la possibilità di erogarne fino a centomila”.
Per la valutazione della fattibilità dell’erogazione diretta e per le attività di monitoraggio e sostegno agli imprenditori richiedenti, un ruolo chiave, anche nello sportello di San Benedetto del Tronto, sarà svolto dalla tutor.
“Il nostro sostegno – ricorda il responsabile del “Centro Imprese” della Banca del Piceno, Luigi Fioravanti, presente alla conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dello sportello – è doveroso, da un lato, perché siamo i rappresentanti del Credito Cooperativo, cioè delle banche territoriali che non abbandonano il territorio, anzi lo presidiano ancora di più, e dall’altro è utile a favorire l’inclusione sociale di quegli imprenditori e quelle aziende che presentino eventuali difficoltà di accesso al credito, al fianco di Italia Comfidi”.
Andrea Maria Antonini, Assessore Regionale alle Attività Produttive, ha preso atto “del fatto che, purtroppo, le grandi banche hanno deciso di abbandonare una politica di prossimità” ed ha ricordato i tanti strumenti che anche la Regione Marche sta mettendo in campo a sostegno dell’imprenditoria, per l’accesso al credito e contro la burocratizzazione, specialmente ora con la nuova programmazione del POR FESR. Pensiamo anche a quelle imprese che potrebbero non avere nemmeno la possibilità di investire per partecipare ai bandi. Ha funzionato la Legge 13, con un sostegno di 37 milioni di euro alle PMI ottenendo una leva moltiplicativa pari a dieci volte l’impegno. A breve investiremo ancora sulla Legge 13, metteremo insieme degli strumenti per arrivare a un plafond di circa cento milioni di euro”.
CRESCERE NELLA COOPERAZIONE
Vince la creatività
Il premio va alla Scuola Primaria dell’ISC Ascoli Centro-D’Azeglio e alla Scuola Secondaria di I° grado dell’ISC Borgo Solestà-Cantalamessa
Recuperare la carta e farne dei manufatti originali, dar vita ad una brochure interattiva per far conoscere meglio alcuni aspetti meno noti della città di Ascoli Piceno: due ACS sostenute dalla Banca del Piceno hanno vinto l’edizione 2023 di “Crescere nella Cooperazione”.
Il Progetto regionale di educazione cooperativa “Crescere nella Cooperazione” è promosso dalla Federazione Marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo e realizzato nelle scuole marchigiane di ogni ordine e grado.
La Banca del Piceno da anni supporta il progetto e nel 2023 tra gli istituti premiati ci sono la Scuola Primaria dell’ISC Ascoli Centro - D'Azeglio e la Scuola Secondaria di I° grado dell’ISC Borgo Solestà-Cantalamessa.
PIETRE PARLANTI
La ACS formata dagli alunni delle classi seconda e terza della sezione A “Tempo Normale” dell’ISC Ascoli Centro-D’Azeglio, denominata “Coloriamo il Mondo” e coordinata dalle maestre Laura Cannella e Domenica Gaspari, ha scelto la tematica del turismo e portato avanti un progetto denominato “Pietre Parlanti”.
I bambini hanno realizzato una “brochure 4.0” sulle iscrizioni ed incisioni su pietra che sono presenti ad Ascoli Piceno, con dei QrCode che permettono ai piccoli studenti di narrarne la storia, progetto che ha ricevuto il plauso dell’amministrazione comunale, presente con l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Donatella Ferretti.
“È stata un’esperienza unica per i nostri studenti – ha dichiarato la maestra Domenica Gaspari – perché hanno potuto capire quali sono i meccanismi grazie ai quali funziona una cooperativa ed abbiamo realizzato strumenti che volentieri regaleremo anche all’ufficio turismo della nostra città”. Le due classi hanno realizzato anche degli shopper in tessuto, legate al progetto, che sono state vendute.
“Il ricavato – conferma la maestra Laura Cannella – è stato, come previsto dallo Statuto della cooperativa – in parte destinato all’acquisto futuro di materiale scolastico e in parte devoluto alla Onlus “Fight The Stroke”, un’associazione che tutela i giovani sopravvissuti a un ictus e che hanno una paralisi cerebrale infantile, con sede a Milano ma fondata da due concittadini, Roberto D’Angelo e Francesca Fedeli. Vogliamo ringraziare la guida turistica, già maestro in pensione, Giuliano Cipollini, per i suoi consigli, il grafico Sam Stipa, il tutor della Banca del Piceno Andrea Alesi ”.
“Si è trattato di un percorso molto importante sotto il profilo educativo – ha aggiunto la dirigente dell’Istituto, professoressa Valentina Bellini – perché i bambini hanno organizzato una vera elezione degli organi della cooperativa, hanno compreso quanta fatica c’è dietro la realizzazione dei manufatti, hanno condiviso degli obiettivi comuni sentendosi parte del progetto e cooperando per ottenere i risultati sperati”.
La Cooperativa studentesca vincitrice del premio del progetto “Crescere nella Cooperazione”, al cui lavoro hanno contribuito tutti gli alunni delle due classi, era presieduta da Laura Piccioni, Vice Presidenti Diego Fioravanti ed Elena Di Mauro, i sindaci erano Emanuele Giacomini e Bianca Piermarini, nel ruolo di cassieri Riccardo Galanti e Caterina Serricchio, Francesca Palermo e Carlos Maria La Vista i segretari.
“Da sedici anni, come Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo – ha dichiarato Mauro Cittadini, coordinatore d’area della Banca del Piceno – supportiamo “Crescere nella Cooperazione” e la Banca del Piceno ha sempre sostenuto il progetto che, speriamo, susciti un ricordo positivo negli alunni che hanno lavorato con un così grande impegno”.
A SCUOLA DI RECUPERO
Un laboratorio per recuperare la carta e realizzare orologi e quadri: così la Ia B della Scuola Secondaria di I° grado dell’ISC Borgo Solestà-Cantalamessa di Ascoli Piceno ha vinto il progetto regionale di educazione cooperativa “Crescere nella Cooperazione”.
“I ragazzi della classe – commenta la coordinatrice, professoressa Anna Cecilia Poletti – si distinguevano purtroppo per un consumo di carta molto superiore alla media, allora ho deciso, d’accordo con la dirigente, di partecipare a “Crescere nella Cooperazione” e lavorare su un laboratorio di recupero proprio della carta. Voglio ringraziare, per l’impegno profuso, non solo tutta la classe ma anche le professoresse Sandra Novelli, Susanna Fagotti, Mariella Tavoletti e Laura Drudi”.
Grazie all’impegno in laboratorio, i diciotto alunni della Borgo Solestà-Cantalamessa hanno realizzato degli orologi con il quadrante in carta e dei quadretti, dei quali è stata effettuata una mostra all’interno dell’istituzione scolastica, che sono poi stati devoluti all’Anffas di Ascoli Piceno.
La ACS della scuola, denominata “Paper Mountain” era formata da Ludovica De Laurentiis (presidente), Nicolò Corradetti (vicepresidente) Matteo Angelini, George Alexandru Zaharia e Michele Murani (segretari) Pietro Sirocchi, Christian De Vecchis, Jacopo Angelini e Matteo Alfonsi (tesorieri) Emma Melloni, Samuele Eufemia, Riccardo Narcisi (sindaci) ed Andrea Mariani (sindaco supplente).
La dirigente Prof.ssa Alessandra Goffi, compiacendosi del buon esito del progetto ne sottolinea la duplice valenza “del responsabilizzare i ragazzi sull’economia dei consumi e di cercare insieme quelle azioni e quegli interventi che possano compensare l’impoverimento che deriva dallo sperpero. È giusto realizzare, anche individualmente, un controllo sull’uso dei materiali, ma è importante capire che la cooperazione, cioè i comuni intenti che si condividono, moltiplicano i benefici che si ottengono attraverso un impegno comune. La scuola deve essere sempre in prima fila per promuovere e sostenere iniziative di collaborazione perché proprio la scuola è ambiente per eccellenza preposto a una convivenza che deve favorire l’agevolare ogni iniziativa che trovi uniti e concordi nel migliorare le proprie relazioni e nel lavorare insieme per il bene comune. Quindi coltiviamo queste buone idee ed accresciamo le buone pratiche che ci aiutano a realizzarle”.
“Il tema del recupero della carta – ha commentato il Presidente della Banca del Piceno, Mariano Cesari – s’inscrive nel più ampio tema della sostenibilità e il lavoro fatto da questi ragazzi dimostra come “Crescere nella Cooperazione” sia sinonimo di imparare a costruire una società migliore, più votata alla condivisione che alla competizione, al rispetto che all’esaltazione del merito senza etica”.
BREVI DAL TERRITORIO
SPONSALIA - PALIO DEL DUCA
AD AGOSTO, LA 36a EDIZIONE DI “SPONSALIA”
Il Cavalier Nello Gaetani: “La Banca del Piceno ha sopperito negli ultimi anni alla mancanza di fondi istituzionali”
Per tutti gli appassionati delle rievocazioni storiche, “Sponsalia” è un evento davvero unico, la cui trentaseiesima edizione si svolgerà dal 3 al 6 agosto prossimo ad Acquaviva Picena. La Rievocazione Storica “Sponsalia” è infatti riconosciuta dal Ministero della Cultura e dalla Regione Marche.
La manifestazione ruota attorno alla vicenda del matrimonio tra Rainaldo dei Brunforte, figlio di Bonconte, nipote di Fidesmino di Brunforte, Signore di Sarnano e Vicario di Federico II con Forastéria, figlia di Rinaldo degli Acquaviva detto il “Grosso”. Rainaldo si fermò ad Acquaviva nel suo cammino verso Tortoreto, dove Federico II l’aveva inviato a visitare la Baronia, evento che a sua volta ispira il Palio del Barone che si svolge nella cittadina abruzzese.
La tradizione rivive dal 1988,l’Associazione “Palio del Duca”, nata nel 1993, ripropone ad Acquaviva Picena ogni anno“Sponsalia” il primo venerdì di agosto, giovedì antecedente e domenica successiva, con giochi storici, spettacoli medievali e banchetto nuziale, dentro le mura della maestosa Fortezza medievale.
“Si tratta di un evento che coinvolge l’intero paese – ricorda l’attuale presidente dell’Associazione, Cavalier Nello Gaetani – e che non potrebbe continuare senza il contributo degli sponsor, molto sensibili all’importanza sociale ed economica dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare va alla Banca del Piceno, che ci sostiene da sempre e, negli ultimi anni, ha sopperito anche alla mancanza di fondi istituzionali che provenivano dalla provincia e del Comune. Peraltro, il nostro calendario storico viene distribuito esclusivamente attraverso le filiali della Banca”.
Per quanto riguarda il programma di quest’anno, giovedì 3 agosto, dalle 18:30, è visitabile presso i “Giardini De Andrè” il mercato medievale didattico con l’accampamento militare belligeranti, alle 21:00 in Piazza del Forte, il “corteggio” storico che rievoca il fidanzamento tra Rinaldo e Forastéria, la benedizione del “drappo”, la lettura della dote e la cosiddetta “impalmazione” dei futuri sposi.
Venerdì 4 agosto, alle 21:00 si rievocherà, in Piazza del Forte, il Matrimonio. Durante il “Palio del Duca”, come da tradizione, i due Rioni cittadini dell’Aquila e della Civetta si sfideranno, per vincere il drappo, con giochi storici, prove di forza e abilità, con la “Corsa delle Pajarole”, il Taglio del Tronco, il Tiro alla Fune con la Ruota del Duca e la Corsa con i Sacchi.
Il giorno dopo, sabato 5 agosto, i “Ludi di Sponsalia”: spettacoli medievali per bambini e famiglie. Tutte queste iniziative sono ad ingresso gratuito, mentre domenica 6 agosto, alle 20:30, alla Fortezza Medievale ci sarà il Banchetto Nuziale, per il quale è necessaria la prenotazione: la magia di un banchetto nuziale con pietanze medievali e servizio in costume d’epoca, spettacoli di artisti di strada e la simulazione dell’incendio finale della Fortezza.
“Lavoriamo – conclude Gaetani – per il futuro di Sponsalia cercando di tramandare le tradizioni ai più piccoli, per promuovere la storia e la cultura del nostro territorio. Dal 2004, grazie all’aiuto del nostro Istituto Statale Comprensivo, le scolaresche di Acquaviva, Spinetoli e Monsampolo del Tronto, a maggio, si sfidano in maniera divertente nel Palio dei Bambini e apprendono la nostra storia e quella di Forastéria”.
Per informazioni e prenotazioni:
335/370870 – 0735/764115 – www.paliodelduca.it
FASHION MOOD 23
La Banca del Piceno insieme a CNA
Si conferma ancora una volta uno degli appuntamenti più attesi dell’estate in Riviera quello di Fashion Mood, la sfilata di moda promossa dalla CNA di Ascoli Piceno per valorizzare le eccellenze della moda picena e marchigiana su due passerelle d’eccezione.
Realizzata in un’inedita doppia serata, in piazza Kursaal a Grottammare e in pieno centro a San Benedetto, Fashion Mood ha ospitato il 20 luglio un concorso presentato dalla campionessa olimpica Elisa Di Francisca e da Marco Moscatelli e dedicato agli studenti delle scuole di moda di Marche e Abruzzo, e ha poi puntato i riflettori alle eccellenze del fashion piceno, protagoniste come di consueto della serata grottammarese di venerdì 21 luglio.
La Banca del Piceno presente anche quest’anno supportando la realizzazione dell’evento, così come fa per le aziende del territorio che giorno dopo giorno collaborano con l’istituto di credito scrivendo nuove importanti pagine della storia della moda marchigiano con risvolti nazionali e internazionali.
Professionalità e mestieri anche molto diversi fra loro che uniscono le forze per un unico obiettivo, esse rappresentano il miglior esempio di una sinergia che funziona alla perfezione, in grado di dare spicco al mondo dell’imprenditoria della moda picena e marchigiana.
TEMPLARIA FESTIVAL 2023 – XXXII EDIZIONE
FEMINE INDOMITE
TEMPLARIA FESTIVAL è la rievocazione medievale che da oltre tre decenni si svolge nel periodo agostano a Castignano e che ha ottenuto primati e riconoscimenti a livello nazionale, riproponendo la storia dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio prima che molte librerie, sale cinematografiche e televisioni venissero sommerse dalle avventure misteriose e dai complotti segreti che l’immaginario templare si porta dietro da sempre.
Templaria Festival – Notti da Medioevo è dedicata all’affascinante Ordine del Tempio, ma è soprattutto una manifestazione che omaggia quei secoli che hanno visto i Templari protagonisti della storia europea, estendendo la ricerca ed ampliando il suo sguardo a molti ambiti della società medievale.
Ed è in quest’ottica di continuo studio, sperimentazione, ricerca e attualizzazione che si è arrivati al tema dell’edizione numero 32: il ruolo e l’importanza delle donne all’interno della società medievale in quei secoli così ricchi e dinamici.
Femine indomite - l’importanza e la forza delle donne nel Basso Medioevo. Questo il titolo che vuole essere un omaggio e insieme un’esortazione alle donne di oggi, proprio a partire da quell’epoca che tutti hanno visto e studiato come il periodo storico più fortemente caratterizzato dalla figura maschile.
Una complessità e una ricchezza di spunti che saranno alla base degli spettacoli, degli incontri e dei convegni che animeranno a Castignano le Notti da Medioevo dal 17 al 21 agosto.
Per informazioni: www.templaria.it
ASSOCIAZIONE AMICO FEDELE
“La Banca del Piceno, dalla parte dei nostri piccoli amici”
Il contributo dell’Istituto, investito a favore delle attività in canile e delle colonie feline seguite da “L’Amico Fedele”.
Dalla parte degli animali, del loro mondo e della loro, spesso problematica, convivenza con gli uomini, soprattutto quando si parla di randagismo. L’Amico Fedele, Associazione di Volontariato OdV, con sede a Cupra Marittima, è una onlus locale che conosce il territorio e, in totale autonomia, attraverso i suoi iscritti cerca di dedicarsi agli animali e, in questo contesto, a quelli tra loro meno fortunati: senza un padrone, abbandonati, esposti ad ogni rischio in un ambiente spesso ostile.
“Siamo volontari – ricorda la Presidente, Concetta Agostini - non riceviamo alcun compenso ed abbiamo scelto di dedicare il nostro tempo libero agli animali abbandonati, maltrattati, per i quali possiamo rappresentare l’ultima possibilità di salvezza. Per questo, siamo sempre alla ricerca di persone sensibili che, anche per poche ore a settimana, possano diventare volontari e darci una mano: rispondiamo spesso, da soli, ad esigenze e segnalazioni di cittadini che non trovano risposte altrove e l’aiuto di partner come la Banca del Piceno è di enorme importanza, si sono dimostrati dalla parte dei nostri piccoli amici”.
Grazie anche all’intervento della Banca del Piceno, nel 2022 L’Amico Fedele ha finanziato l’acquisto di pettorine e guinzagli per le attività presso il canile multizonale, di cibo specifico per i cani che presentano patologie; l’adozione, tramite volontario, di una cagnolina, Inga, in gravi condizioni di salute al fine di tentare diagnosi e cure appropriate, presso cliniche veterinarie specializzate, e costose.
Per quanto riguarda le colonie feline, le attività di sopralluoghi, censimenti colonie, cattura e sterilizzazione dei gatti con successivo reinserimento sul territorio; recupero e cura di gatti e gattini ammalati o abbandonati, compreso l’allattamento di gattini neonati abbandonati, ma anche l’assistenza a “gattari” e privati cittadini con animali in difficoltà economiche.
“Con l’aiuto della Banca del Piceno – conclude la Presidente – abbiamo proseguito, con l’amministrazione comunale di Grottammare, il progetto “Covid pets” e il progetto “Il mio amico speciale”, realizzato in collaborazione con il servizio del Territorio e l’associazione Antropos, che consente di accogliere gli utenti del DSM dell’area vasta 5 di S. Benedetto del Tronto in canile per permettere loro di portare in passeggiata i cani.
IL SABATO DEL VIGNAIOLO
Tra storie, aneddoti e degustazioni
L’evento della FIVI sostenuto dalla Banca del Piceno
Indipendenti, entusiasti, custodi del territorio e controllori di tutta la filiera: sono gli artigiani del vino, i vignaioli della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) che, nelle Marche e più precisamente ad Offida, nella sede dell’Enoteca Regionale di Offida, l’ex convento di San Francesco, hanno organizzato il Sabato del Vignaiolo, un evento al quale hanno partecipato quasi sessanta cantine provenienti da ogni angolo della regione.
“Noi vignaioli indipendenti – ricorda Carlo Ciabattoni, enologo, titolare della tenuta agricola “La Riserva” e membro della FIVI Marche - siamo coloro i quali conoscono davvero il territorio in cui vivono e lavorano, coltivano l’ uva, producono il proprio vino e lo vendono direttamente, occupandosi di tutti gli aspetti produttivi e commerciali. A livello nazionale, facciamo pochi ma fondamentali eventi all’anno, uno è appunto il Sabato del Vignaiolo che lo scorso maggio si è svolto ad Offida, poi c’è a novembre il Mercato FIVI di Bologna”.
Il “Sabato del Vignaiolo”, che a livello nazionale si svolge da due anni, è stato ospitato per la prima volta ad Offida “e speriamo di poter ripetere l’evento, ma naturalmente noi della FIVI decidiamo insieme e quindi vedremo cosa ne penseranno gli altri associati marchigiani. Di certo, abbiamo avuto il record di afflusso, che ha sorpreso anche me”.
I visitatori, infatti sono stati 860 ma 500 biglietti erano già stati acquistati in prevendita mentre sugli 85 vignaioli FIVI marchigiani, ne erano presenti 62, con un’adesione del 73% che è notevole per un evento al suo esordio.
“I vignaioli indipendenti amano il proprio lavoro – conclude Carlo Ciabattoni – tutti si sono impegnati, ci siamo anche tassati e, per quanto mi riguarda, c’è in più la soddisfazione di aver visto gli sponsor, di cui mi sono occupato in maniera specifica, chiedere di poter ripetere l’esperienza dato il successo che ha avuto. Ringrazio in modo particolare la Banca del Piceno perché ha creduto nella manifestazione e ci ha permesso, con il suo fattivo contributo, di organizzarla e dimostrare che le persone, alcune anche provenienti dall’estero, hanno a cuore la cultura del buon vino e il lavoro di chi, come noi, ne ha cura”.
CORO LA CORDATA MONTALTO
Diamo voce ai migliori cori della montagna
La Banca del Piceno sostiene il Coro “La Cordata” di Montalto delle Marche
Si è svolto lo scorso 20 maggio, a Montalto delle Marche, nella Cattedrale S. Maria Assunta, la 35^ edizione del Festival degli Appennini, per festeggiare il 35° anniversario di fondazione del coro “La Cordata” di Montalto Marche.
L’evento ha richiamato a Montalto un pubblico numeroso, attento e qualificato, formato da appassionati, musicisti, cantori e direttori di coro, provenienti dai centri limitrofi, ma anche da quelli più lontani come L’Aquila, Teramo, Civitanova Marche e Pescara, che hanno assistito all’esibizione di quattro gruppi della coralità popolare italiana con canti della montagna, alpini e popolari.
Ha aperto la serata il Coro “Giovani Cantori” dell’IC Rotella – Montalto, diretto dal M° Emiliano Finucci, proponendo tre canti popolari marchigiani, esecuzioni espressive e ben curate vocalmente che fanno ben sperare per il futuro, nel ricambio generazionale del coro organizzatore.
Il Coro “La Cordata”, nella nuova divisa, ha affermato un suono ed uno stile interpretativo che lo inseriscono a pieno titolo nella coralità popolare nazionale, grazie anche al lavoro di recupero, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio di tramandamento orale che il M° Patrizio Paci sta conducendo, con grande passione e professionalità. Particolarmente apprezzata dal pubblico l’esecuzione del canto Monte Pasubio, brano meditativo scritto da Bepi De Marzi sulle vicende delle trincee della Prima Guerra Mondiale.
Il Coro “Voci del Sese” di Arzignano (VI), diretto dal M° Riccardo Baldisserotto, annovera nel suo organico cantori con precedenti esperienze nel famoso Coro “I Crodaioli”, pertanto ha cantato brani del repertorio del M° De Marzi, con grande elasticità di fraseggio, intonazione e ampie curve di dinamica espressiva, doti evidenziate in particolare nei suggestivi Rifugio Bianco e Laila oh.
Il Coro “Tridentum” diretto dal M° Stefano Vaia raccoglie cantori da tutto il Trentino, alcuni con precedenti esperienze nel celebre Coro della SAT, proponendo brani del repertorio tradizionale, eseguiti con grande intonazione, con il suono tipico satiano e con una dinamica a forti contrasti tra piano e forte, doti evidenziate in particolare nei canti Salve Colombo di Antonio Pedrotti e nel raffinato Io vorrei di Arturo Benedetti Michelangeli.
Il Coro “Tridentum” diretto dal M° Stefano Vaia raccoglie cantori da tutto il Trentino, alcuni con precedenti esperienze nel celebre Coro della SAT, proponendo brani del repertorio tradizionale, eseguiti con grande intonazione, con il suono tipico satiano e con una dinamica a forti contrasti tra piano e forte, doti evidenziate in particolare nei canti Salve Colombo di Antonio Pedrotti e nel raffinato Io vorrei di Arturo Benedetti Michelangeli.
Dopo la tradizionale consegna di targhe e omaggi floreali, i quattro cori uniti hanno eseguito il Signore delle cime, al termine del quale il pubblico si alzato in piedi per l’ovazione finale. La serata è stata magistralmente presentata da Antonella Regnicoli.
“La musica è un testimone vivo e vibrante delle nostre tradizioni – ha commentato il Presidente della Banca del Piceno, Mariano Cesari – e manifestazioni come quella di Montalto delle Marche sono proprio il simbolo di quella storia genuina, popolare e per questo vera alla quale, come banca del territorio, dobbiamo sempre dare sostegno”.
Un’ottima lettura estiva
L’estate è, per molti di noi, l’unico momento dell’anno per riposare, certo, ma anche per riflettere.
In questo numero di Società Territorio, a mio avviso, c’è un unico, grande spunto che può fare da filo conduttore: la coerenza della Banca del Piceno.
Come noto, le banche di grandi dimensioni hanno via via razionalizzato la propria rete distributiva e tale programma si sta realizzando anche nel 2023. A offrire i servizi bancari nei centri dell’entroterra sono rimaste le banche di credito cooperativo.
Alla fine del 2021 erano operative nelle Marche con almeno uno sportello 48 banche, una in meno rispetto all’anno prima, gli intermediari bancari con sede amministrativa in regione erano rimasti invariati a 15 – come è riportato nel rapporto annuale sulle Economie Regionali riferito alle Marche della Banca d’Italia diffuso nel 2022, poi nel corso del 2021 il numero di dipendenze bancarie è ulteriormente diminuito di 75 unità, a 715 (-9,5% rispetto alla fine del 2020). Nel confronto con il 2009 la rete territoriale si è fortemente ridimensionata di oltre quaranta punti percentuali. Il numero medio degli sportelli bancari ogni 100 mila abitanti è così ulteriormente diminuito a 48.
Questo discorso vale anche nelle zone in cui operiamo, basta viaggiare e visitare i piccoli borghi delle nostre province. Ma non è così per le BCC, non è così per la Banca del Piceno, nata nei centri dell’entroterra della provincia di Ascoli e che continua a raccogliere e investire sul territorio i risparmi dei clienti. Anzi, in questi anni abbiamo implementato i nostri servizi introducendo sistemi innovativi come le casse self che permettono alla clientela di usufruire sempre dei nostri servizi. Anche i nostri clienti dei centri dell’entroterra potranno continuare ad avere, dunque, nella nostra banca un partner sicuro e affidabile in grado di soddisfare ogni esigenza.
Il nostro atteggiamento continua ad essere coerente e tale coerenza emerge anche tra le pagine della nostra rivista: la narrazione delle filiali storiche, che non sono solo tali ma perfettamente al passo coi tempi e operative, i risultati del Bilancio, l’attenzione alle eccellenze del territorio attraverso il microcredito, il sostegno alle associazioni e alle iniziative tradizionali, il lavoro per la crescita della cultura del credito cooperativo con “Crescere nella Cooperazione”.
Buona, anzi ottima, lettura!
Mariano Cesari
Ottime strategie,
ottimo bilancio
Dal bilancio 2022 emerge la validità delle scelte adottate dal Consiglio di Amministrazione della più grande realtà bancaria delle Marche e dell'Abruzzo del Credito Cooperativo.
“Credo in ciò che dico, faccio quello in cui credo”.
Questo aforisma, attribuito allo scrittore Victor Hugo, è perfettamente adattabile all’ottimo risultato del Bilancio 2022 presentato, lo scorso maggio, all’Assemblea Annuale dei Soci della Banca del Piceno, nella Sala Convegni di San Venanzo: lo sviluppo e l’applicazione di una strategia coerente con gli obiettivi prefissati, primo fra tutti quello di continuare ad essere la più grande realtà del Credito Cooperativo delle Marche e dell'Abruzzo e sostenere nel contempo la crescita del sistema socio-economico del proprio territorio di riferimento.
La validità delle strategie adottate trova la perfetta sintesi nel risultato finale dell'esercizio 2022 che si è chiuso con utile al netto delle imposte pari a 9,86 milioni di euro, in considerevole aumento rispetto al risultato del 2021 attestatosi a 1,15 milioni di euro.
“L'evoluzione che sta avendo la Banca del Piceno – ha detto il Presidente Mariano Cesari – è la conseguenza delle scelte adottate dal Consiglio di Amministrazione, che si sono tradotte in corrette strategie che hanno permesso, da un lato di consolidare ulteriormente il nostro istituto di credito e nel contempo di garantire sempre nuovi servizi diventando il partner finanziario di riferimento e riuscendo a soddisfare le richieste di un numero sempre crescente di clienti”.
A dimostrare la vicinanza della Banca del Piceno alle esigenze del territorio è il dato relativo agli impieghi verso la clientela che, al 31 dicembre 2022, si ragguagliano a 683 milioni di euro con un aumento del 5,86% rispetto a fine 2021. I prestiti complessivamente erogati sono destinati in larga parte a famiglie consumatrici e piccole e medie imprese (PMI). Nel corso del 2022 sono state fatte nuove erogazioni di credito per 146 milioni di euro. Gran parte delle esposizioni verso PMI riguardano famiglie produttrici e microimprese, queste ultime rappresentate da società di minori dimensioni (meno di 20 addetti) oltre che da enti e associazioni. La mission tipica del Credito Cooperativo ha portato la Banca del Piceno a supportare l’economia locale anche nel perdurante periodo di crisi economica, facendo sì che la Banca abbia mantenuto il proprio costante supporto di credito alle famiglie e alle piccole e medie imprese, registrando peraltro, in tali segmenti di clientela, più contenuti livelli di default grazie alla prossimità e alla conoscenza approfondita della propria clientela tipo. Limitata risulta essere la quota di prestiti erogata alle imprese di maggiori dimensioni.
“Nella nostra regione e nel nostro territorio – ha detto il Vice Presidente della Banca del Piceno Claudio Censori – il sistema imprenditoriale continua a dimostrare tutta la sua vivacità. Le capacità di “fare impresa” anche tra i giovani permettono di creare quei presupposti sui quali costruire nuove opportunità di sviluppo dell'economia per attraversare anche le frontiere dettate dall'innovazione tecnologica destinata a far mutare la fisionomia stessa del nostro ecosistema. Lo sviluppo dell'economia si coniuga perfettamente con la sostenibilità scrivendo un nuovo paradigma di crescita. Il futuro si costruisce tenendo conto delle solide fondamenta che caratterizzano da sempre la nostra economia. Non sono da trascurare, infatti, alcune eccellenze della nostra regione che si possono sintetizzare in tre punti. Il primo è dato da un sistema manifatturiero distrettuale che colloca la regione in buona posizione in Europa. Il secondo punto è dato dall’agricoltura biologica che posiziona la regione al quarto posto in Italia. Grazie anche alla crescente attenzione ai temi della sostenibilità ambientale la regione potrà far leva sul proprio posizionamento relativo per consolidare e sviluppare ulteriormente un ruolo di spicco nel settore a livello nazionale. Il terzo punto è dato dalla varietà dell’offerta turistica che è in grado di spaziare dal segmento artistico-culturale a luoghi attrattivi per la vocazione enogastronomica o religiosa, fino alla più tradizionale offerta balneare. Mi preme sottolineare anche l'andamento delle imprese legate al sociale e all’assistenza con una crescita del 7,4%. Tra i vari settori economici, significativo è il dato che vede il comparto manifatturiero resistere alla chiusura di diverse attività andata invece in scena nel resto del paese negli ultimi mesi. Segno della caparbietà dell’imprenditoria picena nell’affrontare le diverse criticità che ad oggi tengono in scacco il settore delle manifatture”.
In merito alle prospettive future dell'economia del territorio di riferimento il Vice Presidente della Banca del Piceno Claudio Censori ha aggiunto: “È oggi particolarmente difficile fare previsioni affidabili sull’evoluzione della qualità del credito. La Banca del Piceno mantiene, comunque, massima e costante l’attenzione rivolta alla corretta e tempestiva classificazione e valutazione delle esposizioni e all’attivazione immediata delle iniziative, anche tramite la rinegoziazione delle condizioni o la ristrutturazione del debito, atte al superamento delle situazioni di temporanea difficoltà finanziaria del debitore, o, laddove necessario, al riconoscimento delle perdite su crediti”.
“La Banca del Piceno interpreta nel migliore dei modi il concetto di “banca di comunità” - ha detto il Presidente Mariano Cesari – che è il tratto distintivo del Credito Cooperativo e un fattore competitivo estremamente importante per il nostro istituto che da oltre un secolo reinveste sul territorio ciò che raccoglie dal territorio. Anzi, la Banca del Piceno ha ampliato e arricchito di senso questo concetto essendo sia una “banca di comunità” che una “banca per la comunità”. Una realtà resa possibile grazie alla clientela”.
Dal bilancio chiuso al 31 dicembre del 2022 emerge che le masse complessivamente amministrate per conto della clientela, costituite dalla raccolta diretta, amministrata e dal risparmio gestito, ammontano a 1.43 miliardi di euro, evidenziando un aumento di 12,3 milioni di euro su base annua (+0,87%). La raccolta indiretta, composta dal risparmio gestito e dal risparmio amministrato, a fine dicembre 2022 ha evidenziato nel complesso un aumento attestandosi a 314,6 milioni di euro contro i 300,1 milioni di euro di fine dicembre 2021 (+4,86%).
“La Banca del Piceno è una realtà solida e solidale – conclude il Presidente Mariano Cesari – e la grande solidità della banca è rappresentata ad esempio dal rapporto impieghi su depositi, oggi particolarmente contenuto e tra i migliori di tutto il sistema bancario nazionale. Inoltre, il credito deteriorato netto si attesta a livelli di assoluta tranquillità, ovvero intorno all'1%. L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un elemento fondamentale nell’ambito della pianificazione aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che la dotazione di mezzi propri assume per il sostegno all’operatività del territorio e alla crescita sostenibile della Banca. Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale (e a tal proposito abbiamo recentemente superato la soglia dei seimila soci distribuiti sulle 4 province di nostra competenza) e criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili, largamente eccedenti il vincolo di destinazione normativamente stabilito. Anche in ragione delle prudenti politiche allocative, le risorse patrimoniali continuano a collocarsi ampiamente al di sopra dei vincoli regolamentari. Al 31/12/2022 il patrimonio netto contabile, inclusivo del risultato a fine esercizio, ammonta a 80,8 milioni di euro con una crescita del 14,20% rispetto al 2021”.
La solidità della Banca del Piceno è la condizione necessaria per essere, quindi, anche una banca solidale. “Numerose sono state le iniziative che hanno soddisfatto le finalità mutualistiche tipiche del credito cooperativo. Nel corso del 2022, mi preme sottolineare come alcune delle azioni intraprese dalla Banca per finalità sociali siano emerse anche nelle riunioni territoriali che abbiamo organizzato con i soci. Sono stati momenti di incontro e di confronto particolarmente importanti per far conoscere le strategie di sviluppo e ricevere dai nostri Soci gli stimoli per costruire il futuro della Banca del Piceno”.
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lo stesso destino
Seimila soci e ventotto filiali, il Presidente Cesari:
“Per noi è motivo d’orgoglio essere al servizio del territorio”.
Essere solidi e solidali: con questo spirito, il risultato del Bilancio 2022 della Banca del Piceno è ancora più significativo, lo hanno sottolineato durante l’Assemblea Annuale il Presidente della Banca del Piceno, Mariano Cesari, ed il Vicepresidente Claudio Censori.
“Reinvestiamo nelle nostre zone di competenza quanto raccogliamo – ha ricordato il Presidente Cesari – e questo rispecchia il modus operandi del Credito Cooperativo. Però, è giusto sottolinearlo, abbiamo supportato famiglie ed imprenditori nonostante la complessità della congiuntura socio-economica e la necessità di adeguarci alla struttura che deve avere una Banca per essere all’avanguardia, innovativa, rispettare determinati parametri: questo è un motivo di orgoglio, insieme a quello di percepire quanto la Banca del Piceno sia un punto di riferimento per il territorio. Siamo in un periodo storico in cui i grandi Istituti stanno abbandonando i piccoli e medi comuni in tutta Italia, il nostro territorio potrà sempre contare su di noi: non chiudiamo le filiali, investiamo perché con il nostro territorio condividiamo lo stesso destino”
Gli fa eco il Vicepresidente Claudio Censori: “Siamo la Banca più grande tra Marche ed Abruzzo: è un vanto ma è anche una responsabilità che sentiamo molto. Non ci accontentiamo ovviamente di una semplice vicinanza al territorio, noi vogliamo farlo crescere. È un impegno importante, perché in alcune zone c’è sofferenza: alcune filiali sono in aree che hanno subito il sisma del 2016 e adesso sono soggette a spopolamento. Però noi continuiamo ad impegnarci ed i risultati sono anche testimoniati da questo bilancio. Viviamo anni difficili, con crisi che si susseguono, dal 2008 ad oggi, ma noi riteniamo di avere le capacità e la solidità per continuare a svolgere la nostra missione, per poter continuare ad esercitare l’azione di sostegno all’economia locale. I segni di ripresa ci sono: i nostri concittadini sono laboriosi, la fiducia nasce anche da questa constatazione”.
Monteprandone:
una serie di iniziative dedicate alla Legalità
Incontri, conferenze, spettacoli incentrati sulla legalità, tema molto a cuore al Comune di Monteprandone e all’associazione culturale musicale “Il Rompibolle” di San Benedetto del Tronto. L’ultimo evento in ordine di tempo davanti a 300 studenti. Molto è stato fatto, tante iniziative sono in cantiere con il sostegno della Banca del Piceno. “Partiamo dagli studenti e arriviamo alla cittadinanza con l’obiettivo di porre l’accento sulla legalità e sulle regole da seguire, anche in collaborazione con la locale stazione dei carabinieri guidata dal Luogotenente C.S. Gabriele Luciani – spiega Sergio Loggi, sindaco di Monteprandone –. Da parte mia un sentito ringraziamento all’associazione “Il Rompibolle” per il costante impegno e la capacità di dialogare su argomenti di alto spessore, usando linguaggi come il racconto, la testimonianza, la musica. L’ultimo evento in ordine di tempo è stato un successo. Il mio ringraziamento anche alla Banca del Piceno, presente all’appuntamento conclusivo con il vice presidente Claudio Censori, sempre vicina alle iniziative di spessore del territorio. E’ importante sentire la vicinanza della banca locale”. Banca del Piceno sempre più al fianco dell’economia del territorio e delle diverse realtà sociali, grazie anche all’impegno del Consiglio di Ammonistrazione. “Salvo, storia dell’Arma e di un Eroe” è il titolo dello spettacolo-conferenza incentrato sulla legalità e sull’uomo carabiniere andato in scena proprio a Monteprandone. Due sessioni dedicate alle scuole al mattino, svoltesi all’auditorium Pacetti a Centobuchi davanti a 300 studenti e alla dirigente dell’Isc Roberta Capriotti; in serata, l’appuntamento dedicato alla cittadinanza. A dialogare con i ragazzi, oltre agli esponenti dell’Arma, il dottor Ettore Picardi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Teramo. In prima fila il vice sindaco Daniela Morelli e l’assessore alla cultura Roberta Iozzi.
Un grande contenitore culturale, quello messo a punto dall’associazione “Il Rompibolle”, guidata dalla presidente Paola Olivieri. Basilare il ruolo del comandante della Stazione dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto, il Luogotenente C.S. Pasqualino Palmiero, sempre attento e sensibile a beneficio del territorio. Musica alternata alle testimonianze dirette, poi il dibattito.
Interesse e attenzione mostrati dai presenti. “Evento diretto, snello, dal linguaggio moderno, tra musica e parole, che è andato dritto al cuore, a testimonianza di un alto momento di riflessione – aggiunge il sindaco Loggi –.
Si è parlato di Costituzione, del ruolo dell’Arma, del dialogo tra le forze dell’ordine e i cittadini, delle opportunità ma anche dei rischi del web. Toccanti i ricordi dedicati all’eroe Salvo D’Acquisto e al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Va ricordato che proprio in merito alla legalità, il Comune di Monteprandone ha ottenuto un finanziamento di 20.560 euro dal Ministero dell’Interno per il programma Scuola Sicura. Abbiamo consegnato una copia della Costituzione a tutti i 18enni”. L’associazione “Il Rompibolle” da diversi anni porta in scena musical le cui trame, i testi, le musiche e gli arrangiamenti sono del tutto originali. Gli attori (non professionisti) recitano, ballano e cantano dal vivo e lo stesso avviene per la band, che suona live. I temi trattati negli spettacoli sono legati alla vita di oggi e mettono in evidenza le incoerenze, le difficoltà e le lacune della nostra società, contrapponendo ad esse i valori della solidarietà e dell’amicizia.
SPECIALE FILIALI STORICHE
UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA
DELLA STORIA DELLA NOSTRA BANCA
Un percorso nella storia del sistema bancario del Credito Cooperativo è quello che il lettore può fare, leggendo le evoluzioni delle filiali storiche di quella che è oggi la Banca del Piceno. Infatti, la Banca del Piceno è la perfetta sintesi di un'evoluzione che ha avuto, nel corso degli anni, il credito cooperativo nelle Marche e in Abruzzo. Perché le filiali storiche sono l'esempio concreto del nucleo originario delle aziende di credito che oggi compongono la Banca del Piceno. Nelle loro stanze, oltre un secolo fa, sono stati sottoscritti i primi atti costitutivi sintesi di accordi tra imprenditori e rappresentanti della Chiesa accomunati da un unico obiettivo: offrire alla cittadinanza una banca in grado di garantire un solido e solidale sviluppo sociale ed economico. E così il viaggio ideale tra le Banche di Credito Cooperativo del territorio inizia con la Cassa Rurale ed Artigiana di Castignano che è stata la prima delle Marche e la sua data di costituzione risale al 1898 seguita poi da quelle di Acquaviva, Monteprandone, Montalto delle Marche e Colli del Tronto. Attraverso le testimonianze degli attuali Coordinatori delle filiali è possibile comprendere ciò che è stato fatto e ciò che viene quotidianamente fatto per le persone che vivono nei territori di competenza. Le loro parole esprimono lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di fare che testimonia in maniera eloquente come sia avvenuta la crescita delle banche nel corso dei secoli. Infatti, se la costituzione delle banche diede concretezza ad un lungimirante progetto voluto dai fondatori, nel corso dei secoli, sono stati i dipendenti delle banche che hanno concretizzato le decisioni dei consigli di amministrazione contribuendo allo sviluppo delle aziende di credito facendole entrare sempre di più nel tessuto sociale dei vari centri del Piceno. Il “modo di fare banca” di queste aziende ha permesso anche in anni più recenti il salvataggio di consorelle. Infatti quella che era la Banca Picena Truentina inglobò quella che era la Cassa Rurale di Torano e successivamente la BCC Picena fece lo stesso dapprima con la Banca di Ascoli e successivamente con la Banca Sambenedettese. Il tratto distintivo che si ritrova oggi nelle Banca del Piceno è la capacità di “fare banca” degli amministratori e dei dipendenti che si è trasformato nei secoli in un vero e proprio fattore competitivo in grado di superare anche le gravissime crisi economiche internazionali che hanno determinato la chiusura di tante banche. Ma la Banca del Piceno continua ad operare continuando a scrivere ogni giorno pagine importanti della sua storia.
ACQUAVIVA PICENA
“Di padre in figlio”.
Nella filiale storica di Acquaviva, molti clienti sono parenti dei soci fondatori: le parole del Coordinatore, Giampiero Fogli.
L'atto costitutivo della Cassa Rurale di Prestiti di Acquaviva Picena porta la data del 17 settembre del 1902. Quel mercoledì, il notaio certificò la nascita di una realtà destinata a segnare profondamente la storia bancaria della provincia di Ascoli sin dalla sua costituzione.
Infatti, nel libro dello storico Gabriele Cavezzi dal titolo: “Una storia esemplare: i cento anni della Banca Picena Truentina Credito Cooperativo” si legge che “un posto di rilievo è occupato, nell'ambito della cosiddetta “storia economica”, dal formarsi della mentalità creditizia”, in grado di condizionare la “crescita civile e culturale dei popoli”.
Un ruolo, questo, che la banca ha saputo svolgere nel corso dei secoli sino a diventare la parte fondante dell'attuale Banca del Piceno. L'attuale ruolo svolto dalla filiale storica di Acquaviva Picena è spiegato dal Coordinatore Giampiero Fogli: “La filiale è un punto di riferimento del territorio. Acquaviva Picena è un piccolo paese e gli abitanti hanno da sempre dimostrato un grande attaccamento alla banca. La dimostrazione è nel numero dei soci che compongono la base sociale dell'attuale Banca del Piceno”.
Ci sono anche clienti che sono parenti dei soci fondatori?
“Certamente, la base sociale della banca è del paese e del territorio. Abbiamo clienti da cinquant'anni che sono parenti dei soci fondatori”.
Quanto è importante il ruolo della Banca del Piceno per il territorio?
“È l'unica banca presente sul territorio comunale. Fino a qualche anno fa, c'era un altro sportello bancario che ha chiuso da diversi anni. La Banca del Piceno è quindi l'unico presidio”.
Una sola banca in un territorio che, a differenza di altri centri, non ha subito una drastica riduzione della popolazione.
“Acquaviva Picena non si è spopolata. La vicinanza con San Benedetto ha portato diversi giovani a venire a vivere proprio ad Acquaviva e questo è sicuramente molto importante”.
Quanto conta il turismo per lo sviluppo del territorio?
“Sono sorti soprattutto diversi B&B e degli agriturismi. Nel contempo, notiamo che vengono ristrutturate case in campagna acquistate da olandesi e belgi che riqualificano delle abitazioni soprattutto nelle campagne che erano state abbandonate”.
E l'attività industriale?
“La zona industriale si è ridimensionata negli ultimi anni ed è una delle aree caratterizzata da un'imprenditoria particolarmente vivace”.
La Banca del Piceno come supporta l'evoluzione del sistema socio economico del territorio?
“La nostra banca è attualmente impegnata nel supportare le piccole e medie aziende oltre alle famiglie. Grazie alle agevolazioni previste dalla normativa vigente, eroghiamo diversi mutui per le giovani coppie under 36 che scelgono Acquaviva per venire a vivere. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, gestiamo e supportiamo le realtà aziendali impegnate nel passaggio generazionale. La vitalità imprenditoriale di Acquaviva si caratterizza anche con l'apertura di nuove attività commerciali e di bar e ristoranti che vengono fatte da giovani imprenditori. Stiamo curando anche lo sviluppo di alcune cantine che si stanno evolvendo e dalle vendite concentrate sul mercato locale stanno ampliando i propri mercati anche in altre zone d'Italia e all'estero”.
Per la filiale di Acquaviva è importante anche l'attività mutualistica?
“Storicamente, la banca è sempre stata al fianco delle attività promosse dalle associazioni che operano nel sociale. Ad esempio, la banca supporta l'importante manifestazione Sponsalia, oltre alle attività dell'Associazione sportiva Acquaviva Calcio, della scuola di danza “La Koreutica”, boy scout e associazioni religiose”.
Il team che condivide con lei il funzionamento della filiale da chi è composto?
“Sono due gli addetti che quotidianamente sono impegnati a soddisfare le richieste della clientela e sono Anna Maria Spaccasassi e Gloria Volunni”.
Filiale di Acquaviva Picena - Via Marziale, 36
Tel. 0735 76991
Mail. filiale.acquaviva@bancadelpiceno.bcc.it
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CASTIGNANO
La prima Cassa Rurale e Artigiana delle Marche
Nelle parole del coordinatore, Enrico Cicchi, la sintesi della storia gloriosa della filiale di Castignano
Nel 1898, a Castignano, venne fondata la prima Cassa Rurale e Artigiana delle Marche. Un gruppo di lungimiranti sacerdoti ed esponenti dell'imprenditoria decisero di dotare la città e il comprensorio di un'azienda di credito in grado di soddisfare le esigenze dettate dallo sviluppo del sistema socio economico.
Castignano, infatti, era al centro di un territorio particolarmente operoso del Piceno. Così alla fine dell'800 decisero di sottoscrivere l'atto costitutivo della Cassa Rurale e Artigiana di Castignano: don Luca Siliquini, don Silvio Sciamanna, Pietro Fioravanti, don Antonio Carlini, don Giuseppe Marchei, don Pio Amatucci, don Antonio Scaramucci, Luigi Innocenti, Nicola Scalabroni, Francesco Scaramucci ed Andrea Siliquini.
Nel libro sulla storia di Castignano, nel capitolo dedicato alla descrizione della storia della Cassa Rurale e Artigiana l'autore riesce a sintetizzare perfettamente quali sono stati i presupposti che hanno decretato sin dall'inizio il successo della banca: “Lo spirito di iniziativa, la laboriosità, il senso del risparmio e l'estro creativo dei castignanesi, fecero in modo che il seme gettato attecchisse e fruttificasse. Non a caso tra i fondatori c'erano ben sette sacerdoti sensibili conoscitori del luogo, della sua storia e della sua gente”.
Nel corso degli anni la Cassa Rurale e Artigiana di Castignano è stata protagonista di importanti fusioni e acquisizioni. Risale al 1995, infatti la fusione con la Cassa Rurale e Artigiana di Montalto dando vita alla BCC Picena di Credito Cooperativo. Inoltre, nei primi anni del terzo millennio l'azienda di credito perfezionò l'acquisizione dapprima della Banca di Ascoli e successivamente della Banca Sambenedettese. In anni più recenti la fusione con quella che era la Banca Picena Truentina diede vita all'attuale Banca del Piceno.
Enrico Cicchi, attuale coordinatore della filiale di Castignano ripercorrendo le tappe della storia della banca evidenzia anche “l'importante ruolo svolto dal Conte Nicola Recchi Franceschini non solo per la nostra banca, ma per tutto il movimento cooperativo bancario regionale tanto da avere una sala a lui dedicata nella sede di Ancona della Federazione Marchigiana e inoltre, il prima Direttore generale e poi presidente Rosario Donati”.
Qual è secondo lei il segreto del successo della banca nel corso degli anni?
“Proprio la conoscenza del territorio e della gente che vi abita e opera è tutt'oggi il tratto distintivo e nel contempo il fattore competitivo che permette alla banca di rimanere un importante punto di riferimento della comunità”.
Da chi è composta la clientela della banca?
“Principalmente da micro imprese del territorio, imprese commerciali artigiani e agricole oltre, ovviamente, alle famiglie. Negli ultimi anni abbiamo sostenuto anche diversi passaggi generazionali”.
Come è cambiata la clientela negli ultimi anni?
“Certamente il terremoto del 2016 ha interessato una larga parte del nostro territorio di riferimento e noi sosteniamo le aziende e le famiglie che hanno subito danni dal sisma del. Inoltre, tra i nostri clienti ci sono anche molti soci storici della banca e tutte le attività più importanti della zona si rivolgono a noi anche per il tramite del nostro Centro Imprese, molte attività nel settore edile che hanno avuto un considerevole impulso grazie alla ricostruzione post sisma”.
Una banca che è vicina alla gente e alle tante realtà che operano nel sociale?
“Sosteniamo le varie associazioni del nostro territorio. Tramite la Pro Loco supportiamo l'importante evento di Templaria oltre ad altre realtà come le associazioni sportive la Croce Rossa, le Parrocchie e la Banda Musicale di Castignano”.
Da chi è composto l'organico della banca?
“Attualmente lavorano nella filiale Mirella Illuminati, Stefania Pirocchi e Giuseppe Boccucci che si occupano anche dell'apertura dello sportello di Rotella tutti i mercoledì mattina. Inoltre a supporto abbiamo la collega Marica De Angelis che riveste il ruolo di gestore personal la quale assiste i clienti nel settore del risparmio e degli investimenti finanziari”.
Filiale di Castignano - Via Galvoni, 1
Tel. 0736 82471
Mail. filiale.castignano@bancadelpiceno.bcc.it
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COLLI DEL TRONTO
L’intervista al Coordinatore Danilo Capecci
La Cassa Rurale di Colli del Tronto diventò un'importante realtà nel 1985 e il primo conto corrente è stato aperto il 29 novembre 1985, proprio dal presidente della stessa azienda di credito Giacinto Giacobetti. “Il presidente che era anche il sindaco di Colli del Tronto – ci ha spiegato Danilo Capecci, attuale Coordinatore della filiale della Banca del Piceno – si è prodigato per mettere insieme cento soci e raccogliere il capitale sociale di 200 milioni di lire che era il capitale sociale per avviare un istituto di credito come Cassa Rurale”.
La Cassa Rurale di Colli del Tronto aveva un territorio particolarmente vivace?
“Il territorio si estendeva da Monsampolo del Tronto fino a Castel di Lama, lungo la dorsale della Salaria per comprendere poi Castorano fino al vicino Abruzzo. La presidenza del dottor Giacomo Giacobetti ha segnato un considerevole sviluppo e consolidamento della banca fino alla fusione con la Cassa Rurale di Acquaviva Picena e Monteprandone. I consigli di amministrazione delle due Casse Rurali riuniti, separatamente ed in seduta straordinaria previa acquisizione del benestare della Banca d'Italia, il 23 luglio 1995 ratificarono l'accordo di aggregazione dando così vita alla Banca Picena Truentina. Una storia relativamente breve, quella della Cassa Rurale di Colli del Tronto, ma molto interessante”.
Che tipo di clientela ha la filiale, qual è il ruolo dei giovani?
“La nostra filiale ha una clientela molto retail. Molte sono le attività che hanno sede lungo la Salaria che hanno come partner finanziario la nostra banca. Il settore vivaistico è molto sviluppato. È un settore in espansione e molti sono clienti della banca. Per il resto ci sono professionisti molto importanti che hanno deciso di lavorare con la Banca del Piceno. I giovani si stanno concentrando sul terziario. Molti scelgono la libera professione, un numero consistente anche la ristorazione”.</p
Molte aziende hanno dovuto affrontare le conseguenze della permacrisi?
“Le imprese del nostro territorio hanno richiesto la sottoscrizione di mutui agevolati Covid. Inoltre, abbiamo supportato le aziende costrette anche ad affrontare le conseguenze generate dal conflitto in Ucraina. Le imprese ancora oggi possono beneficiare delle agevolazioni previste dalla Legge Regione Marche n. 13/2020 che permette alle aziende di avere dei prestiti a tasso agevolati e ristorno per gli interessi. Non dimentichiamo, infine, che Colli del Tronto è l'ultimo comune che rientra nell'area del cratere dei terremoti del 2016”.
La filiale ha quindi una clientela molto variegata?
“Abbiamo il conto corrente per i minori ma nel contempo lavoriamo anche con persone anziane. Basti pensare che, tra i nostri clienti che frequentano regolarmente la filiale, c'è anche una signora che quest'anno compirà cento anni. La gente del nostro territorio è operosa e con una spiccata propensione al risparmio e questo ha caratterizzato nel corso degli anni l'attività della nostra filiale che ha sempre fatto più raccolta che impieghi”.
La Banca del Piceno sostiene l'attività anche di associazioni impegnate nel sociale?
“Certamente, sosteniamo ad esempio l'iniziativa “Piccolo cuore di seta della Vallata del Tronto” oltre all'Atletica Azzurra Colli di calcio che milita in Eccellenza, con un vivaio di 170 bambini: di recente, abbiamo iniziato a sponsorizzare un'associazione che fa i cortometraggi nel sociale, per la sensibilizzazione della donazione del sangue che ha realizzato il video “L'eroe invisibile” del regista Ernesto Vagnoni. Sosteniamo, quindi, quelle associazioni che danno un contributo allo sviluppo sociale della comunità, come la Pro Loco di Colli del Tronto che pubblica “Il Liofante”, un periodico diffuso sul territorio”.
La Banca del Piceno costituisce un presidio importante per il territorio?
“In questo territorio ci sono molte banche che stanno chiudendo le proprie filiali e quindi tra breve rimarremo l'unico principale presidio bancario. I grandi gruppi bancari stanno abbandonando i piccoli centri e la Banca del Piceno rimane l'unico presidio sul territorio con tutti i servizi bancari e assicurativi. Proprio per agevolare il trasferimento dei clienti dei grandi gruppi bancari, la Banca del Piceno ha realizzato il conto denominato Vieni con Noi che ha diverse agevolazioni”.
Da chi è composto il team che lavora nella filiale?
“I colleghi che quotidianamente lavorano nella filiale sono: Andrea Panichi, addetto all'accoglienza della clientela, Stefania Allevi, Monia Angelozzi, Alberto Sassetti., Marco Ioannone. Valentina Pezza assistenti clientela mass market. Una squadra ben amalgamata con colleghi più esperti e più giovani, un mix di esperienza e di voglia di fare tipica dei giovani. Come filiale garantiamo anche la funzionalità delle sedi di Villa Sant'Antonio e Appignano”.
Filiale di Colli del Tronto - Via Salaria, 176-178
Tel. 0736 890001
Mail. filiale.collideltronto@bancadelpiceno.bcc.it
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MONTALTO DELLE MARCHE
Vicini ai giovani e al passaggio generazionale delle aziende
L’intervista a Paolo Giovannini, Coordinatore della filiale di Montalto delle Marche
Nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, nella Diocesi di Montalto furono fondate le più antiche Casse Rurali delle Marche. La costituzione della Cassa Rurale di Montalto delle Marche, infatti, risale al 1901. Poco prima, ovvero nel 1898, fu costituita la Cassa Rurale di Castignano e nello stesso anno della nascita della banca a Montalto venne creata quella di Force, poi chiusa come quella di Montedinove, costituita nel 1916.
Tra i promotori, figurano sacerdoti e benestanti della zona. La Cassa Rurale di Montalto diventò una delle più importanti realtà del territorio, un ruolo che mantenne fino alla fusione, nel 1995, con la Cassa Rurale di Castignano che portò alla costituzione della Banca di Credito Cooperativa Picena.
“Una banca diffusa sul territorio – ci ha spiegato Paolo Giovannini, Coordinatore della filiale di Montalto della Banca del Piceno – infatti, oltre alla sede di Montalto la banca aveva le filiali a Ortezzano e a Lapedona”.
Una banca che ha sempre svolto il ruolo di punto di riferimento per il territorio?
“Certamente, Montalto è stato sempre il punto di riferimento per il territorio. A partire da Papa Sisto V, che diede un considerevole sviluppo al centro”.
Una storia che gli abitanti di Montalto si tramandano fino ad oggi?
“Tra i soci della Banca del Piceno, figurano i discendenti degli amministratori e dei soci di quella che era la Cassa Rurale e Artigiana di Montalto”.
Qual è la clientela di riferimento della filiale di Montalto?
“La clientela tipo della nostra banca è costituita da piccole imprese agricole e del settore edile. Non mancano anche delle importanti realtà industriali che fanno riferimento a famiglie di Montalto e che danno lavoro a numerosi addetti. Un esempio in tal senso è anche la Cantina Sociale di Montalto che è da sempre cliente della banca”.
Una banca che serve una fetta consistente del Piceno?
“Montalto, Cossignano, Carassai e Montedinove sono i comuni che compongono il nostro territorio di riferimento”. Attualmente, nelle aziende siamo impegnati a supportare il passaggio generazionale. Assistiamo quindi molti giovani che dimostrano di essere in grado di prendere in mano le redini dell'azienda dalla generazione precedente. Un altro aspetto importante è quello relativo all'evoluzione del settore agricolo. Molti agricoltori, infatti, hanno convertito il proprio patrimonio edilizio con la creazione di agriturismi che richiamano soprattutto stranieri”.
Una volta conosciuto e apprezzato le bellezze del territorio poi gli stranieri hanno deciso di investire nell'area?
“Gli stranieri hanno investito riqualificando il patrimonio edilizio avviando in alcuni casi anche delle aziende agrituristiche ma nella maggior parte sono seconde case di proprietà soprattutto di tedeschi, belgi e olandesi. Questa da nuova linfa al territorio garantendo anche nuove opportunità per i clienti della banca. Inoltre, a Montalto in questi mesi sono stati aperti molti cantieri per la ricostruzione post terremoto e anche i fondi del Pnrr contribuiranno a far mutare il volto di Montalto con la realizzazione di grandi opere di riqualificazione”.
In questo contesto è fondamentale il ruolo della banca?
“Sì, anche perché la Banca del Piceno è l'unica realtà che opera sul territorio dove altre aziende di credito hanno deciso di chiudere gli sportelli accorpando le funzioni in altre sedi”.
I giovani stanno tornando a Montalto?
“La nostra banca sta erogando diversi mutui under 36 anche per acquistare immobili in altre località del Piceno. Per quanto riguarda i giovani, stiamo facendo opera di sensibilizzazione per stimolarli a diventare soci della nostra azienda di credito considerando l'importanza che riveste una banca di comunità per la comunità”.
A proposito di comunità, qual è il ruolo che svolge la banca per il sociale?
“Da sempre supportiamo le associazioni del terzo settore che operano a Montalto, come ad esempio la locale squadra di calcio, la Croce Azzurra, Avis, associazioni giovanili, i cori di Montalto, oltre all'ente impegnano nell'organizzazione della festa Streghe e Folletti”.
Da chi è composto il team che lavora nella filiale di Montalto?
“Oltre a me sono impiegati in questa filiale anche Paolo Consorti e Antonella Amadio”.
Filiale di Montalto delle Marche - Viale dei Tigli, 37-39
Tel. 0736 828021
Mail. filiale.montalto@bancadelpiceno.bcc.it
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MONTEPRANDONE
Da sempre un punto di riferimento per il territorio
Intervista alla coordinatrice della filiale di Monteprandone, Giovanna Narcisi.
“Alle 14 ore e un quarto, nel locale attiguo alla Sagrestia della Collegiata si è aperta la seduta generale dei soci......”. Inizia così la storia della Cassa Rurale dei Prestiti “San Giacomo della Marca” in Monteprandone. In quel lunedì dell'8 febbraio 1904 venne creata una banca destinata, nel corso degli anni a supportare lo sviluppo socio economico del territorio diventando, attraverso fusioni e acquisizione componente fondamentale dell'attuale Banca del Piceno.
Giovanna Narcisi attuale coordinatrice della filiale di Monteprandone della Banca del Piceno ci ha detto: “La Cassa dei Prestiti di San Giacomo della Marca, costituita nel 1904 da un'iniziativa di Don Giuseppe Caselli insieme ad alcuni promotori, si poneva l'obiettivo di dare prestiti soprattutto agli agricoltori in difficoltà”. Don Giuseppe Caselli ebbe un ruolo fondamentale nella fase iniziale dell'attività bancaria. Nato a San Benedetto nel 1877, è stato fondatore e dirigente dell'azienda di credito e, come riportato nel libro dello storico Saturnino Loggi di Monteprandone, ha segnato numerose generazioni con il suo esempio e il suo impegno.
In proposito la Coordinatrice Giovanna Narcisi ha aggiunto: “Il primo cassiere fu proprio Don Giuseppe Caselli, il quale poi ne diventò anche il direttore e, grazie alle sue doti, contribuì in maniera determinante a far superare la crisi del '29 alla banca proprio grazie all'accuratezza dimostrata nella gestione”.
Dov'era inizialmente la sede della Banca?
“Inizialmente la sede era nel centro storico in un'abitazione privata e occupava una stanza. Poi si spostò fuori dalle mura e da quarant'anni è nell'attuale sede”.
Da sempre è stata un punto di riferimento per la comunità?
“È da sempre un punto di riferimento per il territorio. Inizialmente, c'era solo la sede attuale di Monteprandone poi, quando si sviluppò la zona industriale di Centobuchi, il consiglio decise l'apertura di una nuova filiale. Poco prima dell'apertura della nuova filiale di Centobuchi, la banca portò a termine la fusione con la Cassa Rurale di Acquaviva diventando così la Cassa Rurale e Artigiana di Acquaviva Picena e Monteprandone”.
Un'azienda di credito protagonista dello sviluppo della Vallata del Tronto?
“La banca è da sempre un punto di riferimento dello sviluppo industriale della Vallata del Tronto a partire dagli anni '60. Attualmente la clientela è principalmente composta da famiglie, artigiani, commercianti e anche piccole e medie imprese”.
Come sta cambiando la popolazione di Monteprandone?
“Attualmente Monteprandone è uno dei comuni più grandi della provincia di Ascoli. La nostra banca si rivolge anche alle giovani coppie. Infatti, sto notando che i giovani stanno riscoprendo gli antichi borghi e molti decidono di acquistare la loro prima casa proprio a Monteprandone. Provengono da San Benedetto e dai paesi del circondario. A loro la Banca del Piceno applica le agevolazioni previste per i mutui destinati ai giovani under 36 anni con tassi e condizioni particolarmente vantaggiose”.
Il territorio di Monteprandone si distingue da sempre per una spiccata vivacità imprenditoriale?
“Si stanno crescendo nuove attività nel centro storico e in particolar modo nel periodo estivo. Quindi la banca continua a supportare le nuove attività e le giovani famiglie oltre a continuare ad essere un punto di riferimento per la nostra clientela abituale e consolidata negli anni. Abbiamo clienti da oltre cinquant'anni e molti soci storici della Banca del Piceno hanno tra i loro parenti gli stessi soci fondatori di quella che era Cassa Rurale dei Prestiti “San Giacomo della Marca” in Monteprandone”.
Molti giovani soci dell'attuale Banca del Piceno sono di Monteprandone?
“Ultimamente abbiamo incentivato anche l'ingresso di nuovi soci agevolando la sottoscrizione delle quote e abbiamo notato anche uno spiccato interesse mostrato dalle donne”.
Attualmente nella filiale storica di Monteprandone, oltre alla coordinatrice Giovanna Narcisi, lavorano Francesca De Santis e Paola Censori, proseguendo l'importante funzione di azienda di credito avviata 120 anni fa.
Filiale di Monteprandone - Via Borgo da Mare, 22
Tel. 0735 62525
Mail. filiale.monteprandone@bancadelpiceno.bcc.it
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La Banca del Piceno
per l’(in)formazione
La premiazione della 17esima edizione di “Cronisti in Classe
Si è svolta la cerimonia 2023 di premiazione dei vincitori della XVII edizione del campionato di giornalismo “Cronisti in classe” indetto da Il Resto del Carlino e riservato alle scuole medie che ha coinvolto le province di Ascoli Piceno e Fermo.
Centinaia di studenti e studentesse hanno potuto partecipare insieme ai loro insegnanti al momento conclusivo del progetto de Il Resto del Carlino che da anni porta il giornalismo sui banchi scolastici.
Un’avventura che, durante l'arco dell'intero anno scolastico, ha portato gli istituti a creare le loro pagine di giornale pubblicate settimanalmente sull'edizione locale del quotidiano. Tante le scuole che hanno aderito all'iniziativa realizzando delle pagine sui temi d’attualità più svariati come l'ambiente, il sisma, i problemi dei giovani.
A dare il proprio supporto ai campionati di giornalismo come ogni anno gli sponsor locali, tra i quali la Banca del Piceno, istituto che crede nel territorio e nelle sue potenzialità di crescita e sviluppo e sostenere il campionato significa dare concretezza a questo principio, partendo dai giovani.
ECCELLENZE
Acquaviva, Terraviva.
L’associazione, dal 1999, opera a tutto tondo per tramandare le tradizioni di Acquaviva con azioni mirate: dal teatro all’arte delle pajarole.
Acquaviva, paese dalle tradizioni millenarie che affonda le sue radici storiche in epoca picena, è oggi un borgo molto attivo, la cui popolazione si prodiga per mantenere viva la sua storia. Lo fa attraverso l’associazionismo, mobilitando in numerose realtà i cittadini che vogliono prodigarsi per il bene comune.
Il Laboratorio Terraviva, dal 1999, opera a tutto tondo a tale scopo con azioni mirate, che il suo storico presidente, Filippo Gaetani, è sempre entusiasta di illustrare.
Presidente Gaetani, cosa ricorda degli albori di Terraviva?
Di sicuro, ricordo l’entusiasmo di un gruppo di amici che, avendo avuto insieme un’esperienza nell’amministrare il paese, volevano che la loro esperienza continuasse ad essere utilizzata per il bene di Acquaviva. Per questo, a quasi venticinque anni dalla fondazione dell’associazione, voglio ringraziare tutti coloro i quali, a vario titolo, si sono messi a disposizione per l’interesse della crescita culturale e sociale del paese: tutti i soci ed i simpatizzanti che, nel tempo, ci hanno aiutato, la cittadinanza ed i turisti che ci hanno seguito con entusiasmo.
Quali furono le vostre prime iniziative?
Iniziammo con i corsi per insegnare l’arte delle pajarole, che oggi è viva grazie alle nostre associate, brave ma in numero esiguo rispetto allo scenario che si prospettava ad Acquaviva sin dalla metà dell’Ottocento, quando le stradine erano piene di donne che, fuori dal loro portone di casa, realizzavano questi cesti di paglia e di salice intrecciati. È una tradizione, in realtà, che ha origini nel Medioevo e dunque fu quasi automatico iniziare da lì.
Il calendario degli eventi, poi, si è ulteriormente arricchito.
Ci concentriamo su alcuni appuntamenti che, nel tempo, sono diventati fissi per noi, per gli acquavivani e per i turisti. Penso al Premio “La Crolla d’Oro”, che ogni anno consiste nella consegna di una delle più conosciute espressioni dell’artigianato acquavivano, la crolla appunto, ad un personaggio meritevole. Il primo, storico riconoscimento venne conferito al “cuoco contadino” Pietro Parisi, poi più di recente al giornalista Maurizio Compagnoni e al cardinale Edoardo Menichelli arcivescovo emerito di Ancona-Osimo ed al presidente della Lega del Filo D’Oro Rossano Bartoli. Portiamo il “Teatro in Fortezza”, cercando anche in tal caso di ravvivare commedie che mettano in luce lo spirito espressivo locale. La manifestazione “Secondi a nessuno” vuole dare valore ai secondi piatti e, soprattutto, alle grandi capacità dei ristoratori locali di saperli cucinare, abbinandoli ai vini del posto.
Quali sono gli appuntamenti dell’estate acquavivana che organizzerete quest’anno?
Il prossimo 22 luglio, va in scena la diciottesima edizione della cena evento con il gruppo teatrale “La Zicagna” il quale, in collaborazione con la compagnia teatrale “Sipario Aperto” presenterà Il Fantasma della Rocca in piazza San Nicolò. Alla Fortezza Medievale, il 26 agosto, c’è la serata dedicata alla Crolla d’Oro, mentre dal 23 al 24 settembre organizzeremo un convegno sullo storico acquavivano Amedeo Crivellucci proprio nell’Auditorium della Banca del Piceno, che da sempre sostiene in vari modi il nostro impegno. A novembre, infine, parleremo sempre con un convegno di un altro grande personaggio del paese, l’umanista e scienziato Celso Ulpiani”.
Pazienza, Passione, Creatività:
così nascono le pajarole
Rosella Volpi racconta il suo rapporto con uno dei prodotti artigianali simbolo di Acquaviva.
Mimma Massicci, Maria Gaetani, Diana Gaetani, Nadia Mosca e Rosella Volpi: se, in molti borghi d’Italia, le tradizioni riescono a resistere all’incedere del tempo e, soprattutto, alla standardizzazione imperante, lo si deve a figure come queste, di persone innamorate del proprio paese e felici di tramandarne gli usi e le conoscenze antiche.
Loro sono, ad Acquaviva Picena, le cinque depositarie dell’arte di realizzare le pajarole, cesti di paglia e salice che sono, contemporaneamente, dei manufatti pregiati e un esempio, come si direbbe oggi, di completo “controllo della filiera”.
“Il Laboratorio Terraviva – ci dice Rosella Volpi – ha mantenuto in vita un intero processo produttivo di un manufatto tanto bello quanto povero. La tradizione rimanda alle paesane che abitavano nella zona del Colle, che molto semplicemente realizzavano questi cesti per aiutare sotto il profilo economico i loro coniugi. Costoro procuravano il grano e il recupero del grano è il primo grande merito del Laboratorio Terraviva”.
Gli associati, infatti, hanno ripiantato questo tipo di grano, la cui spiga non è particolarmente appetibile, dal punto di vista della commercializzazione, perché il chicco è molto piccolo: dunque, questa coltivazione era stata abbandonata da tempo.
“Al grano si aggiunge un’altra materia prima, il salice – prosegue Rosella – che, una volta eliminata la parte legnosa, viene conservato in “coroncine”. Poi, al momento in cui bisogna iniziare il lavoro, viene messo “a bagno” per farlo diventare flessibile. Il grano, ovviamente, viene mietuto in estate, tolte le spighe la paglia viene legata e messa in cantina. A questo punto, la lavorazione vera e propria si fa tutto l’anno, i prodotti devono solo essere tenuti lontani dall’umidità”.
Tra febbraio e marzo, il Laboratorio Terraviva organizza corsi per la realizzazione delle pajarole: si è, infatti, conclusa da qualche mese la diciassettesima edizione.
In otto settimane, tutti i partecipanti sono in grado di apprendere quel minimo di manualità necessaria a realizzare un cesto: “nell’ultimo corso i partecipanti erano dodici, capita molto spesso che non siano di Acquaviva ma dei paesi limitrofi, quando non addirittura turisti”.
Le forme tipiche della pajarola sono le nannelle, dalla forma allungata e il cestino rotondo classico: “quest’ultimo, anticamente, veniva addirittura usato come unità di misura per il grano, perché in base ai giri dei fili che costituivano il cesto, in ampiezza ed altezza, si poteva calcolare la quantità di grano che poteva contenere”.
I corsi si tengono all’interno del Museo della Pajarola, in via Del Cavaliere n.50: ideato e realizzato dalla professoressa Rinuccia Napoletani, la struttura è situata nella sede dei laboratori di Terraviva e l’attuale esposizione di manufatti è stata realizzata con la collaborazione dell’architetto Adele Ciarrocchi.
L’entusiasmo per un lavoro così antico e manuale ha conquistato Rosella ben prima che ne diventasse maestra: “ho iniziato proprio seguendo uno dei primi laboratori, poi ho provato a sperimentare e oggi realizzo anche delle palle natalizie e delle borse in paglia e salice. Con la parte più sottile del grano e un filo d’oro, sono riuscita anche a creare degli orecchini, delle collane e dei portachiavi. Naturalmente, per questi prodotti non si lavora con il punteruolo, come per le pajarole, ma con l’ago”.
Chiunque visiti il Museo delle Pajarole, aperto due giorni alla settimana, percepisce quanta pazienza, passione e creatività ci sia dietro gli oggetti in mostra: volendo fermarsi ad ascoltare, si può ascoltare il racconto della memoria storica di un popolo, delle speranze e delle aspettative quotidiane, tutti frammenti di vita che Mimma, Maria, Diana, Nadia e Rosella preservano per il bene della comunità.
Per informazioni sugli orari di apertura del Museo, si possono contattare i numeri 347/0461759 e 349/0574819. Per i gruppi di visitatori sopra le dieci unità, si può prenotare una visita guidata anche nei giorni e orari diversi da quelli sopra indicati.
Il vocabolario delle pajarole
Le parole chiave per comprendere l’arte antica acquavivana
Paglia
La paglia è quella degli steli del grano mietuto con la falce, reciso delle spighe.
Legature
Le legature classiche ed esclusive sono le “crolle” ricavate, perlopiù, dalla spaccatura dei vimini del salice e, in minor parte, dai rovi (i ruvi) recisi nella fase finale del ciclo vegetativo. La paglia così raccolta ripartita in mannelle veniva riportata nelle case in paese dove svestita, o come si diceva “spelleccata”, delle scorie rimastevi attaccate, veniva accantonata o nella legnaia o nel rudimentale soppalco (lu pèsele) del magazzino o della stalla.
Salice
Alla provvista dei vimini del salice (lu vench) e dei rovi (i ruvi) pensavano gli uomini i quali, soprattutto lungo i fossi, entravano nei roveti a tagliare con le forbici potatrici o con i falcetti, gli arbusti (la“carciola”) dell’anno, per poi, sul posto, ripulirli delle puntute protuberanze, affastellarli in mazzi trasportati a spalla e quindi, portati a casa, spellarli e spaccarli subito longitudinalmente e ricavarvi le crolle scure.
Vimini
I vimini (lu vench) per la caratteristica resistente loro flessibilità, dopo che si era essicata la linfa, venivano spellati, spaccati e ridotti in crolle dalle donne. Tutte le crolle così ricavate, composte in mazzetti ed arrotolate a mo’ di ciambelle, venivano appese infilate in bastoni di ferro o di. legno e riprese poi via via per la confezione delle pagliarole.
Punteruolo
Lo specifico arnese adoperato per realizzare le pajarole era il punteruolo (lu puntarule), dalla forma e dalla lunghezza di una matita appuntita con su la parte opposta un occhiello che serviva non tanto per appendere al chiodo l’arnese quanto piuttosto per facilitare la pressione del pollice sul ferro che doveva forare l’intreccio della paglia per infilarvi la crolla; il falcetto o in mancanza un non più affilato coltello, serviva per appuntire o smozzicare i capi delle crolle e della paglia.
Lavorazione
La lavorazione avveniva giustapponendo i fili di paglia (in quantità corrispondente al tipo ed al diametro dei cerchi che dovevano comporre la pagliarola); i fili venivano annodati all’origine ad un capo e nell’intreccio, man mano che procedeva in cerchi sovrapposti cuciti con la crolla, si inserivano nuovi fili per integrare quelli utilizzati e consumati sino a completare il cesto il quale, sull’ultimo cerchio, come nelle asole, veniva fermato e protetto con una fitta e spessa bordatura di crolle; altrettanto veniva fatto sul bordo posto sul fondo della pagliarola.
Fonte: Depliant “La Pajarola racconta” - “Laboratorio Terraviva” - Testi avv. Francesco Angellotti
A San Benedetto, la nuova società Cassa Microcredito e credito all’impresa
La Banca del Piceno sostiene Confesercenti in un’iniziativa che servirà a far crescere la piccola e micro impresa locale.
Anche a San Benedetto del Tronto, presso la sede Confesercenti di Via Manara n. 134, arriva la nuova società Cassa Microcredito e il Credito diretto attraverso Italia Comfidi: apre uno sportello che, nelle giornate di martedì e giovedì, analizzerà le richieste di finanziamento e che è stato affidato ad una tutor, Roberta Speca.
“L’apertura dello sportello a San Benedetto del Tronto” puntualizza la direttrice di Confesercenti Ascoli Piceno e Fermo, vicepresidente di Confesercenti Marche, Elena Capriotti “ha l’obiettivo principale di avvicinare gli imprenditori, giovani e non, che abbiano una start-up o un’azienda avviata da tempo, alla Confesercenti in maniera diretta, semplice, informale e rapida rispetto alle altre metodologie di erogazione del credito. Apriamo anche una fase di digitalizzazione della Confesercenti con una persona che se ne occupa in maniera specifica, Thomas Orsolini. Vogliamo, con questo sportello, premiare il coraggio di chi ha voglia di fare impresa, in un certo senso facilitando la nascita delle aziende, che sono la nostra ricchezza, attraverso una netta semplificazione dell’accesso al credito, anche per chi avrebbe delle difficoltà qualora utilizzasse i canali di richiesta classici”.
In una congiuntura socio-economica molto complessa, “Cassa del Microcredito Spa” ha l’obiettivo di erogare il microcredito in tempi rapidi, facilitando l’accesso al credito soprattutto per soggetti che potenzialmente potrebbero avere maggiori problemi, come i giovani e gli imprenditori di start-up.
L’Amministratore Delegato della Cassa del Microcredito e di Italia Comfidi, Emilio Quattrocchi, ha dichiarato: “L’apertura dello sportello di San Benedetto del Tronto è un messaggio chiaro al territorio, perché il microcredito è uno strumento finanziario che ha lo scopo di rispondere a esigenze di inclusione finanziaria e sociale. L’ossatura del nostro Paese è fatta da piccole e micro imprese, ma gli erogatori classici del credito, gli istituti bancari, fatta eccezione per le banche di credito cooperativo, si stanno allontanando anche fisicamente dal territorio. In molti piccoli borghi, lo sportello bancario non c’è più e dunque esiste la reale difficoltà, per un imprenditore, anche di farsi ascoltare.
La Cassa del Microcredito, pur con tutti i suoi limiti, primo fra tutti il tetto massimo erogabile di 40.000 euro, è nata proprio come strumento che mette al servizio di queste piccole imprese le competenze e la professionalità per aiutare gli imprenditori a realizzare dei progetti. Abbiamo però anche, con Italia Comfidi, la possibilità di erogarne fino a centomila”.
Per la valutazione della fattibilità dell’erogazione diretta e per le attività di monitoraggio e sostegno agli imprenditori richiedenti, un ruolo chiave, anche nello sportello di San Benedetto del Tronto, sarà svolto dalla tutor.
“Il nostro sostegno – ricorda il responsabile del “Centro Imprese” della Banca del Piceno, Luigi Fioravanti, presente alla conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dello sportello – è doveroso, da un lato, perché siamo i rappresentanti del Credito Cooperativo, cioè delle banche territoriali che non abbandonano il territorio, anzi lo presidiano ancora di più, e dall’altro è utile a favorire l’inclusione sociale di quegli imprenditori e quelle aziende che presentino eventuali difficoltà di accesso al credito, al fianco di Italia Comfidi”.
Andrea Maria Antonini, Assessore Regionale alle Attività Produttive, ha preso atto “del fatto che, purtroppo, le grandi banche hanno deciso di abbandonare una politica di prossimità” ed ha ricordato i tanti strumenti che anche la Regione Marche sta mettendo in campo a sostegno dell’imprenditoria, per l’accesso al credito e contro la burocratizzazione, specialmente ora con la nuova programmazione del POR FESR. Pensiamo anche a quelle imprese che potrebbero non avere nemmeno la possibilità di investire per partecipare ai bandi. Ha funzionato la Legge 13, con un sostegno di 37 milioni di euro alle PMI ottenendo una leva moltiplicativa pari a dieci volte l’impegno. A breve investiremo ancora sulla Legge 13, metteremo insieme degli strumenti per arrivare a un plafond di circa cento milioni di euro”.
CRESCERE NELLA COOPERAZIONE
Vince la creatività
Il premio va alla Scuola Primaria dell’ISC Ascoli Centro-D’Azeglio e alla Scuola Secondaria di I° grado dell’ISC Borgo Solestà-Cantalamessa
Recuperare la carta e farne dei manufatti originali, dar vita ad una brochure interattiva per far conoscere meglio alcuni aspetti meno noti della città di Ascoli Piceno: due ACS sostenute dalla Banca del Piceno hanno vinto l’edizione 2023 di “Crescere nella Cooperazione”.
Il Progetto regionale di educazione cooperativa “Crescere nella Cooperazione” è promosso dalla Federazione Marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo e realizzato nelle scuole marchigiane di ogni ordine e grado.
La Banca del Piceno da anni supporta il progetto e nel 2023 tra gli istituti premiati ci sono la Scuola Primaria dell’ISC Ascoli Centro - D'Azeglio e la Scuola Secondaria di I° grado dell’ISC Borgo Solestà-Cantalamessa.
PIETRE PARLANTI
La ACS formata dagli alunni delle classi seconda e terza della sezione A “Tempo Normale” dell’ISC Ascoli Centro-D’Azeglio, denominata “Coloriamo il Mondo” e coordinata dalle maestre Laura Cannella e Domenica Gaspari, ha scelto la tematica del turismo e portato avanti un progetto denominato “Pietre Parlanti”.
I bambini hanno realizzato una “brochure 4.0” sulle iscrizioni ed incisioni su pietra che sono presenti ad Ascoli Piceno, con dei QrCode che permettono ai piccoli studenti di narrarne la storia, progetto che ha ricevuto il plauso dell’amministrazione comunale, presente con l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Donatella Ferretti.
“È stata un’esperienza unica per i nostri studenti – ha dichiarato la maestra Domenica Gaspari – perché hanno potuto capire quali sono i meccanismi grazie ai quali funziona una cooperativa ed abbiamo realizzato strumenti che volentieri regaleremo anche all’ufficio turismo della nostra città”. Le due classi hanno realizzato anche degli shopper in tessuto, legate al progetto, che sono state vendute.
“Il ricavato – conferma la maestra Laura Cannella – è stato, come previsto dallo Statuto della cooperativa – in parte destinato all’acquisto futuro di materiale scolastico e in parte devoluto alla Onlus “Fight The Stroke”, un’associazione che tutela i giovani sopravvissuti a un ictus e che hanno una paralisi cerebrale infantile, con sede a Milano ma fondata da due concittadini, Roberto D’Angelo e Francesca Fedeli. Vogliamo ringraziare la guida turistica, già maestro in pensione, Giuliano Cipollini, per i suoi consigli, il grafico Sam Stipa, il tutor della Banca del Piceno Andrea Alesi ”.
“Si è trattato di un percorso molto importante sotto il profilo educativo – ha aggiunto la dirigente dell’Istituto, professoressa Valentina Bellini – perché i bambini hanno organizzato una vera elezione degli organi della cooperativa, hanno compreso quanta fatica c’è dietro la realizzazione dei manufatti, hanno condiviso degli obiettivi comuni sentendosi parte del progetto e cooperando per ottenere i risultati sperati”.
La Cooperativa studentesca vincitrice del premio del progetto “Crescere nella Cooperazione”, al cui lavoro hanno contribuito tutti gli alunni delle due classi, era presieduta da Laura Piccioni, Vice Presidenti Diego Fioravanti ed Elena Di Mauro, i sindaci erano Emanuele Giacomini e Bianca Piermarini, nel ruolo di cassieri Riccardo Galanti e Caterina Serricchio, Francesca Palermo e Carlos Maria La Vista i segretari.
“Da sedici anni, come Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo – ha dichiarato Mauro Cittadini, coordinatore d’area della Banca del Piceno – supportiamo “Crescere nella Cooperazione” e la Banca del Piceno ha sempre sostenuto il progetto che, speriamo, susciti un ricordo positivo negli alunni che hanno lavorato con un così grande impegno”.
A SCUOLA DI RECUPERO
Un laboratorio per recuperare la carta e realizzare orologi e quadri: così la Ia B della Scuola Secondaria di I° grado dell’ISC Borgo Solestà-Cantalamessa di Ascoli Piceno ha vinto il progetto regionale di educazione cooperativa “Crescere nella Cooperazione”.
“I ragazzi della classe – commenta la coordinatrice, professoressa Anna Cecilia Poletti – si distinguevano purtroppo per un consumo di carta molto superiore alla media, allora ho deciso, d’accordo con la dirigente, di partecipare a “Crescere nella Cooperazione” e lavorare su un laboratorio di recupero proprio della carta. Voglio ringraziare, per l’impegno profuso, non solo tutta la classe ma anche le professoresse Sandra Novelli, Susanna Fagotti, Mariella Tavoletti e Laura Drudi”.
Grazie all’impegno in laboratorio, i diciotto alunni della Borgo Solestà-Cantalamessa hanno realizzato degli orologi con il quadrante in carta e dei quadretti, dei quali è stata effettuata una mostra all’interno dell’istituzione scolastica, che sono poi stati devoluti all’Anffas di Ascoli Piceno.
La ACS della scuola, denominata “Paper Mountain” era formata da Ludovica De Laurentiis (presidente), Nicolò Corradetti (vicepresidente) Matteo Angelini, George Alexandru Zaharia e Michele Murani (segretari) Pietro Sirocchi, Christian De Vecchis, Jacopo Angelini e Matteo Alfonsi (tesorieri) Emma Melloni, Samuele Eufemia, Riccardo Narcisi (sindaci) ed Andrea Mariani (sindaco supplente).
La dirigente Prof.ssa Alessandra Goffi, compiacendosi del buon esito del progetto ne sottolinea la duplice valenza “del responsabilizzare i ragazzi sull’economia dei consumi e di cercare insieme quelle azioni e quegli interventi che possano compensare l’impoverimento che deriva dallo sperpero. È giusto realizzare, anche individualmente, un controllo sull’uso dei materiali, ma è importante capire che la cooperazione, cioè i comuni intenti che si condividono, moltiplicano i benefici che si ottengono attraverso un impegno comune. La scuola deve essere sempre in prima fila per promuovere e sostenere iniziative di collaborazione perché proprio la scuola è ambiente per eccellenza preposto a una convivenza che deve favorire l’agevolare ogni iniziativa che trovi uniti e concordi nel migliorare le proprie relazioni e nel lavorare insieme per il bene comune. Quindi coltiviamo queste buone idee ed accresciamo le buone pratiche che ci aiutano a realizzarle”.
“Il tema del recupero della carta – ha commentato il Presidente della Banca del Piceno, Mariano Cesari – s’inscrive nel più ampio tema della sostenibilità e il lavoro fatto da questi ragazzi dimostra come “Crescere nella Cooperazione” sia sinonimo di imparare a costruire una società migliore, più votata alla condivisione che alla competizione, al rispetto che all’esaltazione del merito senza etica”.
BREVI DAL TERRITORIO
SPONSALIA - PALIO DEL DUCA
AD AGOSTO, LA 36a EDIZIONE DI “SPONSALIA”
Il Cavalier Nello Gaetani: “La Banca del Piceno ha sopperito negli ultimi anni alla mancanza di fondi istituzionali”
Per tutti gli appassionati delle rievocazioni storiche, “Sponsalia” è un evento davvero unico, la cui trentaseiesima edizione si svolgerà dal 3 al 6 agosto prossimo ad Acquaviva Picena. La Rievocazione Storica “Sponsalia” è infatti riconosciuta dal Ministero della Cultura e dalla Regione Marche.
La manifestazione ruota attorno alla vicenda del matrimonio tra Rainaldo dei Brunforte, figlio di Bonconte, nipote di Fidesmino di Brunforte, Signore di Sarnano e Vicario di Federico II con Forastéria, figlia di Rinaldo degli Acquaviva detto il “Grosso”. Rainaldo si fermò ad Acquaviva nel suo cammino verso Tortoreto, dove Federico II l’aveva inviato a visitare la Baronia, evento che a sua volta ispira il Palio del Barone che si svolge nella cittadina abruzzese.
La tradizione rivive dal 1988,l’Associazione “Palio del Duca”, nata nel 1993, ripropone ad Acquaviva Picena ogni anno“Sponsalia” il primo venerdì di agosto, giovedì antecedente e domenica successiva, con giochi storici, spettacoli medievali e banchetto nuziale, dentro le mura della maestosa Fortezza medievale.
“Si tratta di un evento che coinvolge l’intero paese – ricorda l’attuale presidente dell’Associazione, Cavalier Nello Gaetani – e che non potrebbe continuare senza il contributo degli sponsor, molto sensibili all’importanza sociale ed economica dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare va alla Banca del Piceno, che ci sostiene da sempre e, negli ultimi anni, ha sopperito anche alla mancanza di fondi istituzionali che provenivano dalla provincia e del Comune. Peraltro, il nostro calendario storico viene distribuito esclusivamente attraverso le filiali della Banca”.
Per quanto riguarda il programma di quest’anno, giovedì 3 agosto, dalle 18:30, è visitabile presso i “Giardini De Andrè” il mercato medievale didattico con l’accampamento militare belligeranti, alle 21:00 in Piazza del Forte, il “corteggio” storico che rievoca il fidanzamento tra Rinaldo e Forastéria, la benedizione del “drappo”, la lettura della dote e la cosiddetta “impalmazione” dei futuri sposi.
Venerdì 4 agosto, alle 21:00 si rievocherà, in Piazza del Forte, il Matrimonio. Durante il “Palio del Duca”, come da tradizione, i due Rioni cittadini dell’Aquila e della Civetta si sfideranno, per vincere il drappo, con giochi storici, prove di forza e abilità, con la “Corsa delle Pajarole”, il Taglio del Tronco, il Tiro alla Fune con la Ruota del Duca e la Corsa con i Sacchi.
Il giorno dopo, sabato 5 agosto, i “Ludi di Sponsalia”: spettacoli medievali per bambini e famiglie. Tutte queste iniziative sono ad ingresso gratuito, mentre domenica 6 agosto, alle 20:30, alla Fortezza Medievale ci sarà il Banchetto Nuziale, per il quale è necessaria la prenotazione: la magia di un banchetto nuziale con pietanze medievali e servizio in costume d’epoca, spettacoli di artisti di strada e la simulazione dell’incendio finale della Fortezza.
“Lavoriamo – conclude Gaetani – per il futuro di Sponsalia cercando di tramandare le tradizioni ai più piccoli, per promuovere la storia e la cultura del nostro territorio. Dal 2004, grazie all’aiuto del nostro Istituto Statale Comprensivo, le scolaresche di Acquaviva, Spinetoli e Monsampolo del Tronto, a maggio, si sfidano in maniera divertente nel Palio dei Bambini e apprendono la nostra storia e quella di Forastéria”.
Per informazioni e prenotazioni:
335/370870 – 0735/764115 – www.paliodelduca.it
FASHION MOOD 23
La Banca del Piceno insieme a CNA
Si conferma ancora una volta uno degli appuntamenti più attesi dell’estate in Riviera quello di Fashion Mood, la sfilata di moda promossa dalla CNA di Ascoli Piceno per valorizzare le eccellenze della moda picena e marchigiana su due passerelle d’eccezione.
Realizzata in un’inedita doppia serata, in piazza Kursaal a Grottammare e in pieno centro a San Benedetto, Fashion Mood ha ospitato il 20 luglio un concorso presentato dalla campionessa olimpica Elisa Di Francisca e da Marco Moscatelli e dedicato agli studenti delle scuole di moda di Marche e Abruzzo, e ha poi puntato i riflettori alle eccellenze del fashion piceno, protagoniste come di consueto della serata grottammarese di venerdì 21 luglio.
La Banca del Piceno presente anche quest’anno supportando la realizzazione dell’evento, così come fa per le aziende del territorio che giorno dopo giorno collaborano con l’istituto di credito scrivendo nuove importanti pagine della storia della moda marchigiano con risvolti nazionali e internazionali.
Professionalità e mestieri anche molto diversi fra loro che uniscono le forze per un unico obiettivo, esse rappresentano il miglior esempio di una sinergia che funziona alla perfezione, in grado di dare spicco al mondo dell’imprenditoria della moda picena e marchigiana.
TEMPLARIA FESTIVAL 2023
XXXII EDIZIONE
FEMINE INDOMITE
TEMPLARIA FESTIVAL è la rievocazione medievale che da oltre tre decenni si svolge nel periodo agostano a Castignano e che ha ottenuto primati e riconoscimenti a livello nazionale, riproponendo la storia dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio prima che molte librerie, sale cinematografiche e televisioni venissero sommerse dalle avventure misteriose e dai complotti segreti che l’immaginario templare si porta dietro da sempre.
Templaria Festival – Notti da Medioevo è dedicata all’affascinante Ordine del Tempio, ma è soprattutto una manifestazione che omaggia quei secoli che hanno visto i Templari protagonisti della storia europea, estendendo la ricerca ed ampliando il suo sguardo a molti ambiti della società medievale.
Ed è in quest’ottica di continuo studio, sperimentazione, ricerca e attualizzazione che si è arrivati al tema dell’edizione numero 32: il ruolo e l’importanza delle donne all’interno della società medievale in quei secoli così ricchi e dinamici.
Femine indomite - l’importanza e la forza delle donne nel Basso Medioevo. Questo il titolo che vuole essere un omaggio e insieme un’esortazione alle donne di oggi, proprio a partire da quell’epoca che tutti hanno visto e studiato come il periodo storico più fortemente caratterizzato dalla figura maschile.
Una complessità e una ricchezza di spunti che saranno alla base degli spettacoli, degli incontri e dei convegni che animeranno a Castignano le Notti da Medioevo dal 17 al 21 agosto.
Per informazioni: www.templaria.it
ASSOCIAZIONE AMICO FEDELE
“La Banca del Piceno, dalla parte dei nostri piccoli amici”
Il contributo dell’Istituto, investito a favore delle attività in canile e delle colonie feline seguite da “L’Amico Fedele”.
Dalla parte degli animali, del loro mondo e della loro, spesso problematica, convivenza con gli uomini, soprattutto quando si parla di randagismo. L’Amico Fedele, Associazione di Volontariato OdV, con sede a Cupra Marittima, è una onlus locale che conosce il territorio e, in totale autonomia, attraverso i suoi iscritti cerca di dedicarsi agli animali e, in questo contesto, a quelli tra loro meno fortunati: senza un padrone, abbandonati, esposti ad ogni rischio in un ambiente spesso ostile.
“Siamo volontari – ricorda la Presidente, Concetta Agostini - non riceviamo alcun compenso ed abbiamo scelto di dedicare il nostro tempo libero agli animali abbandonati, maltrattati, per i quali possiamo rappresentare l’ultima possibilità di salvezza. Per questo, siamo sempre alla ricerca di persone sensibili che, anche per poche ore a settimana, possano diventare volontari e darci una mano: rispondiamo spesso, da soli, ad esigenze e segnalazioni di cittadini che non trovano risposte altrove e l’aiuto di partner come la Banca del Piceno è di enorme importanza, si sono dimostrati dalla parte dei nostri piccoli amici”.
Grazie anche all’intervento della Banca del Piceno, nel 2022 L’Amico Fedele ha finanziato l’acquisto di pettorine e guinzagli per le attività presso il canile multizonale, di cibo specifico per i cani che presentano patologie; l’adozione, tramite volontario, di una cagnolina, Inga, in gravi condizioni di salute al fine di tentare diagnosi e cure appropriate, presso cliniche veterinarie specializzate, e costose.
Per quanto riguarda le colonie feline, le attività di sopralluoghi, censimenti colonie, cattura e sterilizzazione dei gatti con successivo reinserimento sul territorio; recupero e cura di gatti e gattini ammalati o abbandonati, compreso l’allattamento di gattini neonati abbandonati, ma anche l’assistenza a “gattari” e privati cittadini con animali in difficoltà economiche.
“Con l’aiuto della Banca del Piceno – conclude la Presidente – abbiamo proseguito, con l’amministrazione comunale di Grottammare, il progetto “Covid pets” e il progetto “Il mio amico speciale”, realizzato in collaborazione con il servizio del Territorio e l’associazione Antropos, che consente di accogliere gli utenti del DSM dell’area vasta 5 di S. Benedetto del Tronto in canile per permettere loro di portare in passeggiata i cani.
IL SABATO DEL VIGNAIOLO
Tra storie, aneddoti e degustazioni
L’evento della FIVI sostenuto dalla Banca del Piceno
Indipendenti, entusiasti, custodi del territorio e controllori di tutta la filiera: sono gli artigiani del vino, i vignaioli della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) che, nelle Marche e più precisamente ad Offida, nella sede dell’Enoteca Regionale di Offida, l’ex convento di San Francesco, hanno organizzato il Sabato del Vignaiolo, un evento al quale hanno partecipato quasi sessanta cantine provenienti da ogni angolo della regione.
“Noi vignaioli indipendenti – ricorda Carlo Ciabattoni, enologo, titolare della tenuta agricola “La Riserva” e membro della FIVI Marche - siamo coloro i quali conoscono davvero il territorio in cui vivono e lavorano, coltivano l’ uva, producono il proprio vino e lo vendono direttamente, occupandosi di tutti gli aspetti produttivi e commerciali. A livello nazionale, facciamo pochi ma fondamentali eventi all’anno, uno è appunto il Sabato del Vignaiolo che lo scorso maggio si è svolto ad Offida, poi c’è a novembre il Mercato FIVI di Bologna”.
Il “Sabato del Vignaiolo”, che a livello nazionale si svolge da due anni, è stato ospitato per la prima volta ad Offida “e speriamo di poter ripetere l’evento, ma naturalmente noi della FIVI decidiamo insieme e quindi vedremo cosa ne penseranno gli altri associati marchigiani. Di certo, abbiamo avuto il record di afflusso, che ha sorpreso anche me”.
I visitatori, infatti sono stati 860 ma 500 biglietti erano già stati acquistati in prevendita mentre sugli 85 vignaioli FIVI marchigiani, ne erano presenti 62, con un’adesione del 73% che è notevole per un evento al suo esordio.
“I vignaioli indipendenti amano il proprio lavoro – conclude Carlo Ciabattoni – tutti si sono impegnati, ci siamo anche tassati e, per quanto mi riguarda, c’è in più la soddisfazione di aver visto gli sponsor, di cui mi sono occupato in maniera specifica, chiedere di poter ripetere l’esperienza dato il successo che ha avuto. Ringrazio in modo particolare la Banca del Piceno perché ha creduto nella manifestazione e ci ha permesso, con il suo fattivo contributo, di organizzarla e dimostrare che le persone, alcune anche provenienti dall’estero, hanno a cuore la cultura del buon vino e il lavoro di chi, come noi, ne ha cura”.
CORO LA CORDATA MONTALTO
Diamo voce ai migliori cori della montagna
La Banca del Piceno sostiene il Coro “La Cordata” di Montalto delle Marche
Si è svolto lo scorso 20 maggio, a Montalto delle Marche, nella Cattedrale S. Maria Assunta, la 35^ edizione del Festival degli Appennini, per festeggiare il 35° anniversario di fondazione del coro “La Cordata” di Montalto Marche.
L’evento ha richiamato a Montalto un pubblico numeroso, attento e qualificato, formato da appassionati, musicisti, cantori e direttori di coro, provenienti dai centri limitrofi, ma anche da quelli più lontani come L’Aquila, Teramo, Civitanova Marche e Pescara, che hanno assistito all’esibizione di quattro gruppi della coralità popolare italiana con canti della montagna, alpini e popolari.
Ha aperto la serata il Coro “Giovani Cantori” dell’IC Rotella – Montalto, diretto dal M° Emiliano Finucci, proponendo tre canti popolari marchigiani, esecuzioni espressive e ben curate vocalmente che fanno ben sperare per il futuro, nel ricambio generazionale del coro organizzatore.
Il Coro “La Cordata”, nella nuova divisa, ha affermato un suono ed uno stile interpretativo che lo inseriscono a pieno titolo nella coralità popolare nazionale, grazie anche al lavoro di recupero, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio di tramandamento orale che il M° Patrizio Paci sta conducendo, con grande passione e professionalità. Particolarmente apprezzata dal pubblico l’esecuzione del canto Monte Pasubio, brano meditativo scritto da Bepi De Marzi sulle vicende delle trincee della Prima Guerra Mondiale.
Il Coro “Voci del Sese” di Arzignano (VI), diretto dal M° Riccardo Baldisserotto, annovera nel suo organico cantori con precedenti esperienze nel famoso Coro “I Crodaioli”, pertanto ha cantato brani del repertorio del M° De Marzi, con grande elasticità di fraseggio, intonazione e ampie curve di dinamica espressiva, doti evidenziate in particolare nei suggestivi Rifugio Bianco e Laila oh.
Il Coro “Tridentum” diretto dal M° Stefano Vaia raccoglie cantori da tutto il Trentino, alcuni con precedenti esperienze nel celebre Coro della SAT, proponendo brani del repertorio tradizionale, eseguiti con grande intonazione, con il suono tipico satiano e con una dinamica a forti contrasti tra piano e forte, doti evidenziate in particolare nei canti Salve Colombo di Antonio Pedrotti e nel raffinato Io vorrei di Arturo Benedetti Michelangeli.
Il Coro “Tridentum” diretto dal M° Stefano Vaia raccoglie cantori da tutto il Trentino, alcuni con precedenti esperienze nel celebre Coro della SAT, proponendo brani del repertorio tradizionale, eseguiti con grande intonazione, con il suono tipico satiano e con una dinamica a forti contrasti tra piano e forte, doti evidenziate in particolare nei canti Salve Colombo di Antonio Pedrotti e nel raffinato Io vorrei di Arturo Benedetti Michelangeli.
Dopo la tradizionale consegna di targhe e omaggi floreali, i quattro cori uniti hanno eseguito il Signore delle cime, al termine del quale il pubblico si alzato in piedi per l’ovazione finale. La serata è stata magistralmente presentata da Antonella Regnicoli.
“La musica è un testimone vivo e vibrante delle nostre tradizioni – ha commentato il Presidente della Banca del Piceno, Mariano Cesari – e manifestazioni come quella di Montalto delle Marche sono proprio il simbolo di quella storia genuina, popolare e per questo vera alla quale, come banca del territorio, dobbiamo sempre dare sostegno”.