AL FIANCO
DEI CLIENTI CON
SISTEMI MULTICANALI
Intervista a Fausto Poggioli, responsabile mercato centro Est del Gruppo Iccrea
Fausto Poggioli, da tre anni responsabile area territoriale mercato Centro Est del Gruppo bancario cooperativo Iccrea, partecipa ai lavori del Consiglio d’amministrazione della Banca del Piceno. Il suo è un osservatorio privilegiato dato dalla visione generale delle 23 banche della propria area (Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise). “A ragion veduta – sottolinea – posso dirlo: la BCC Banca del Piceno sta facendo bene il suo mestiere”. Cesenate di 60 anni, laureato in Economia all’Università di Bologna, vanta una lunga carriera in ruoli strategici centrali del mondo bancario.
Poggioli, partiamo dalla capogruppo Iccrea, quarto gruppo bancario in Italia costituito da 114 BCC presenti in 1.700 Comuni italiani con 2.500 sportelli. E tra questi ci sono i numeri importanti della Banca del Piceno, la più grande del mondo Iccrea tra Marche, Abruzzo e Molise...
“Iccrea, così com’è oggi, è una creatura molto giovane, nata 4 anni fa sulla scia dell’omonima società di servizi al servizio, senza vincoli, delle Bcc. All’indomani dell’autoriforma, Iccrea si è dovuta reinventare: il governo consentì al mondo Bcc di autoriformarsi dicendo: scrivete voi le vostre regole. Bene, le nostre regole le abbiamo scritte e così è nato un Gruppo che è legato in modo inscindibile. Il regolamento che tiene assieme Iccrea e le Bcc è dato dal Patto di coesione: il Cda di Iccrea viene nominato direttamente dalle banche azioniste, che ne sono proprietarie; ma per il bene del gruppo è Iccrea che vigila sulle banche stesse. Un fatto nuovo, epocale. Dato il peso, siamo sottoposti alla vigilanza della Bce al pari dei grandi Gruppi bancari”.
Cos’è successo al credito cooperativo in questi 4 anni?
“Ci siamo strutturati e attrezzati per far funzionare il meccanismo, lasciando alle banche la dovuta libertà nelle scelte strategiche, ma vigilando sulla sostenibilità di ogni singola realtà. Oggi Iccrea è un Gruppo che nulla ha da invidiare ai grandi competitor in termini di redditività (utile di 1,858 miliardi nel 2023, +3,4% rispetto al 2022; ndr), in termini di patrimonializzazione (più alto dei grandi Gruppi) e in termini di attività sul territorio (erogazione credito e raccolta del risparmio). Com’è stato possibile? Abbiamo reso attuabili le normative europee in merito ai cambiamenti di natura normativa, senza tralasciare il ruolo della capogruppo impegnata a irrobustire l’importante attività sui territori”.
A proposito di territorio, dove viene indirizzato il raggio di intervento?
“Quello a cui teniamo di più è l’ambito commerciale legato alla soddisfazione dei clienti. Abbiamo siglato importanti accordi. Nel comparto della monetica, abbiamo creato una nuova società con il Fondo strategico italiano per gestire carte di credito, bancomat, pos. Qui il Gruppo Iccrea è stato decisivo perché per essere efficienti in questo settore bisogna essere molto grandi. Il secondo punto riguarda gli aspetti assicurativi: in Italia c’è una scarsa sensibilità, i nostri clienti, sia privati sia imprese, sono normalmente sotto assicurati. Per andare incontro a queste esigenze, per sviluppare la consapevolezza della necessità di coprirsi in caso di eventi avversi, abbiamo appena siglato un accordo, a cui hanno aderito tutte le Bcc, per mettere a disposizione dei clienti tutti i prodotti di assicurazione contro danni e rischi in generale. Altro sforzo, molto importante, è quello relativo ai sistemi informatici. L’infrastruttura informatica è fondamentale soprattutto in una fase in cui la digitalizzazione avanza velocemente. Stiamo potenziando la capacità di trattamento dei dati e il lato riguardante i software basilari per la contabilità e approcciare i clienti in modo informatico sempre più veloce e semplice”.
Momento non facile per il tessuto economico, quali le priorità?
“E’ fondamentale non far mancare credito alle nostre imprese, tenendo in considerazione che il nostro target è relativo soprattutto alla piccola e media impresa. Abbiamo deciso di sviluppare BCC Factoring e BCC Leasing, società efficienti che ci aiutano a fornire servizi alle imprese. Per quanto concerne i privati, c’è la novità dei mutui casa ai quali abbiniamo la copertura di tutti i rischi. Massima attenzione alle necessità dei soci e dei clienti, restando sostenibili nel tempo: questo è il focus. Non dimentichiamo che i ricavi delle banche derivano dall’intermediazione finanziaria e dall’aspetto legato alle commissioni. Siamo chiamati ad aumentare gli introiti attraverso le commissioni, stiamo migliorando la raccolta indiretta. Mi riferisco in particolare ai prodotti di risparmio gestito e alle polizze vita. Rispetto ai sistemi di risparmio tradizionale possiamo offrire prodotti più remunerativi mantenendo la sicurezza del capitale”.
I grandi gruppi bancari chiudono le filiali dei piccoli centri. Il tema della desertificazione è di stretta attualità. Come risponde il Gruppo Iccrea?
“Dai territori stanno scomparendo i servizi essenziali, tutti sanno che dove c’è lo sportello di una banca c’è un presidio. La nostra scelta è stata quella di non fare come i grandi gruppi bancari: di sicuro non abbandoniamo i nostri territori. A livello nazionale negli ultimi 4 anni il sistema bancario italiano ha perso il 30% degli sportelli e della forza lavoro. Il Gruppo Iccrea, invece, è nettamente in controtendenza: abbiamo perso poche decine di sportelli e abbiamo mantenuto stabile il numero degli addetti. Chiaro che non posiamo essere ciechi: una Bcc per fare bene il suo mestiere deve essere prima di tutto sostenibile. Per fare ciò abbiamo deciso di dare vita a una banca multicanale: non rinunciamo alla filiale tradizionale e non attueremo chiusure in modo matematico; in più stiamo facendo un ulteriore sforzo al fine di sviluppare nuovi prodotti digitali per far sì che quei clienti che vogliono fare le operazioni da casa con home banking possano essere soddisfatti dei nostri servizi. Insomma, andiamo verso filiali sostenibili anche nei posti più disagiati. Ci siamo ancora con gli sportelli fisici, ma stiamo sviluppando sistemi multicanali per una banca al servizio di tutti. Attenzione: non significa dire che non vogliamo vedere, incontrare fisicamente il cliente, tutt’altro. Il cliente, possibilmente socio, deve partecipare con noi all’attività del territorio”.
Il 2024 si è aperto con risultati importanti per il Gruppo Iccrea e anche per il sistema delle Bcc delle Marche dove, lo ricordiamo, la Banca del Piceno è la più grande...
“Il 24 gennaio di quest’anno l’agenzia di rating Fitch ha migliorato il rating del Gruppo Bcc Iccrea a livello di investment grade... Vuol dire che siamo a livello di tutti i grandi gruppi italiani, un risultato che sembrava difficile da raggiungere. E veniamo alle Marche con una premessa: le 23 banche dell’area di mia pertinenza sono dislocate con 4 Bcc in Emilia Romagna, 12 nelle Marche, 6 in Abruzzo e una in Molise. Il Gruppo bancario Iccrea nelle Marche ha quote di mercato più elevate rispetto a tutte le altre zone d’Italia. Mi riferisco al dato che tiene in considerazione il totale della raccolta e degli impieghi. Nelle Marche abbiamo quote di mercato nell’ordine del 7-8%: risultato notevole. In Lombardia, più grande ovviamente come volume, come rapporto arriviamo al 3%. Nelle Marche, insomma, il mondo Iccrea fa mercato, viene visto come interlocutore privilegiato. Questo deriva dall’adesione di 12 Bcc, di cui la Banca del Piceno è la più grande come dimensioni. Presidiamo le Marche con 160 filiali: una presenza importante. Nell’ultimo anno abbiamo erogato 750milioni di nuovo credito nelle Marche”.
Come vede Poggioli il tessuto imprenditoriale marchigiano?
“Conosciamo la storia dei distretti industriali, alcuni di livello internazionale. Alcuni di questi modelli pian piano sono andati a sgretolarsi. Anche la crisi del sistema bancario ha creato allarmi e preoccupazioni. Oggi la polvere si è depositata, sia da un punto di vista industriale, sia da un punto di vista bancario. Vedo un’ottima resilienza da parte delle piccole e medie imprese che però aspettano anche risposte da una visione chiara del pubblico sulle priorità che le Marche devono avere. Le occasioni che le Marche hanno sono tante, al di là del turismo. C’è stata la capacità di attrarre grandi aziende internazionali e questo fattore darà una spinta. Da un punto di vista matematico, ovvero calcolando l’insolvenza del credito, non vediamo nelle Marche allarmi particolari né diminuzione di richiesta del credito. Questo ci dovrebbe confortare. Come Gruppo, non valutiamo le Marche come una zona critica in termini di sviluppo economico che vuol dire anche sviluppo sociale”.
E la Banca del Piceno in questo contesto ha un ruolo determinante nell’area del sud delle Marche e del nord Abruzzo...
“A seguito della fusione, la Banca del Piceno è la più grande tra le consorelle marchigiane e copre più territori. Questo le dà un sovrappiù di responsabilità da mettere a terra per sostenere i territori. Ha affrontato la fusione in modo positivo, considerando le tante cose fatte. Ha metabolizzato la fusione in termini di organizzazione, lo vediamo dai numeri: non ha perso slancio, ha attuato in modo brillante la pulizia del credito, si è continuato a fare credito al territorio e ha mantenuto l’occupazione stabile. Molto buoni anche i risultati da un punto di vista economico, dati che danno garanzia della sostenibilità nel tempo. Patrimonio oltre i 90 milioni, erogazioni importanti, credito ripulito. Insomma, un lavoro importante”.
Intervista di Fabio Paci
“I numeri del bilancio dei primi nove mesi del 2023, approvati dal Consiglio di amministrazione, testimoniano l’ottimo stato di salute della Banca del Piceno. L’utile di esercizio ammonta a 7 milioni 674mila euro, mentre il patrimonio netto sfiora gli 88 milioni. La raccolta diretta, sempre nei primi nove mesi del 2023, ha superato il miliardo di euro, precisamente un miliardo 66 milioni. Gli impieghi lordi totali hanno raggiunto 684 milioni”. Claudio Censori, vice presidente vicario della Banca del Piceno, è molto soddisfatto nel commentare l’andamento della Banca del Piceno. “L’attenzione verso le imprese e le famiglie, le piccole e medie imprese, le famiglie consumatrici che vivono sul territorio, è sempre massima. E il trend, che vedremo in sede di ratifica del bilancio annuale, conferma tutti gli indicatori che garantiscono sotto il punto di vista del consolidamento e del rafforzamento della nostra banca. La nostra forza è data dal fatto che essendo una banca locale, presente in maniera capillare e radicata, possiamo dialogare in maniera diretta con il cliente e il socio, e anche con il territorio che esprime una vivacità invidiabile in fatto di giovani, istruzione, cultura, volontariato, impresa. L’agire locale unito al filo diretto con Iccrea Banca ci permette di essere snelli e al tempo stesso di dare risposte concrete al territorio e ai clienti”.
Il ruolo di presidente del Comitato esecutivo permette inoltre a Claudio Censori di avere contatto diretto con le associazioni di volontariato e culturali: “Riceviamo continue richieste per sostenere cultura e sociale. Segno tangibile dell’impegno di tante realtà del terzo settore, che ci vede da sempre in prima linea. L’acquisto di 31 defibrillatori automatici, collocati nelle aree di nostra pertinenza, va a confermare la nostra attenzione capillare. Attenzione dimostrata con il potenziamento dei servizi e delle filiali, anche in questo caso in controtendenza con le realtà bancarie nazionali che, per contenere i costi, hanno dato vita alla desertificazione bancaria dei piccoli territori, come i nostri a cavallo tra Marche e Abruzzo. La Banca del Piceno è solida, sa produrre reddito, è vicina alle realtà, alle famiglie, ai clienti. Ecco perché guardiamo avanti con fiducia”.
Fabio Paci
STORIA E TRADIZIONE
CAPISALDI DEL CREDITO COOPERATIVO
Intervento di Sergio Gatti, Direttore Generale di Federcasse
Oggi celebriamo i primi 125 dal primo vagito della Banca del Piceno. Ma c’è un altro compleanno da festeggiare, perché la bisnonna della BCC Banca del Piceno si chiamava Monte di Pietà. E il primo Monte di Pietà in Italia è nato proprio ad Ascoli Piceno nel 1458, quindi sono trascorsi 566 anni. Una radice profonda, che ha delle particolarità spesso non conosciute. Proprio ad Ascoli Piceno, grazie all’intuizione dei Francescani che sono stati dei raffinati economisti (basti citare San Bernardino, San Bonaventura) e hanno scritto pagine importanti, come la partita doppia. Anche il Monte dei Paschi di Siena ha quell’origine, ma è nato dopo il Monte di Pietà di Ascoli Piceno. E poi ci sono i Monti Frumentari, speciali banche del frumento, anch’essi nati nel XV secolo. Funzionavano così: in occasione di annate difficili di carestie, eccesso di pioggia o siccità, il rischio per gli agricoltori era legato alla perdita del raccolto successivo. Quindi andavano a indebitarsi, con piccoli interessi, nel senso di prendere 100 semi ai Monti Frumentali per poi ridarne 105 nel momento del raccolto. Anche i Monti Frumentali hanno origine Francescana, ma sono nati tra Lazio e Abruzzo, comunque sempre in questa fascia del Centro Italia.
Sono 224 in tutto le Banche di credito cooperativo in Italia. Sono una realtà straordinaria dal punto di vista della tenuta economica e della coesione sociale. La doppia C si può interpretare ovviamente come Credito Cooperativo, ma anche come Coraggio e Coerenza. E i numeri lo testimoniano. Vi do un dato: il 23% del totale dei crediti su scala nazionale di tutte le banche viene proprio dalle Banche di Credito Cooperativo. Inoltre, le imprese artigiane e la piccola manifattura, l’artigianato (quello più tradizionale, ma anche quello particolarmente innovativo) rappresentano un cuore pulsante unico. Prendiamo il caso della filiera delle calzature: c’è qualche grande marchio, ma c’è tutta una filiera di piccoli produttori e quelli sono in grado di esportare in tutto il mondo.
Se ci spostiamo sulle tematiche internazionali, c’è una parte molto seria che va considerata, ovvero l’innalzamento dei tassi di interesse da parte della BCE per rispondere, per contrastare l’inflazione. Questa decisione ha determinato un aumento dei tassi di interesse anche sui prestiti, soprattutto sui mutui a tasso variabile. Abbiamo chiesto al Governo di far fronte a questa emergenza utilizzando gli utili del 2022, sicuramente importanti. Lo abbiamo dimostrato con i numeri, come sempre proviamo ad essere la voce delle Banche di Credito Cooperativo sia a Roma sia a Bruxelles. Abbiamo incontrato i rappresentanti del Governo e anche della minoranza: devo dire che c’è stata molta attenzione da parte di tutto il Parlamento. A proposito di utili: due/terzi degli utili del 2022 conseguiti dalle 224 banche di Credito Cooperativo, non viene dal tasso di interesse che deve pagare il nostro cliente o il nostro socio, ma viene dai rendimenti dei titoli di Stato.
Un’ultima considerazione: ciascun socio è proprietario della Banca del Piceno e di una delle altre 223 Banche di Credito Cooperativo. Qui non c’è un azionista che comanda, magari che vive a Londra o che ha lo studio a Milano o nel Qatar.
No, i soci detengono le azioni. E’ quella che viene chiamata la finanza geo-circolare: il risparmio si prende qui e si deve, per legge al 95% almeno, restituire sotto forma di credito a chi lo merita, in quel territorio, quindi il risparmio non se ne va altrove, e questo è molto importante. Ed è molto importante affidare il risparmio, anche attraverso nipoti, figli, a banche estremamente sicure come la Banca del Piceno.
Abbiamo da poco festeggiato il 140esimo anniversario della prima Cassa Rurale, che abbiamo cercato di celebrare degnamente anche in onore di chi interpreta oggi un milione e 400 mila soci in tutta Italia, 36 mila dipendenti. Orgogliosi di andare in controtendenza rispetto al fenomeno della desertif icazione bancaria, che potrebbe sembrare inarrestabile.
Questo sentimento del bene comune deve essere ulteriormente sviluppato. Solo puntando sulla mutualità bancaria, solo guardando in alto riusciremo sempre a fare cose migliori.
UN FONDO PER GLI ORFANI DEI DIPENDENTI
La novità annunciata durante la cerimonia dei riconoscimenti annuali
Giornata importante per la Banca del Piceno quella vissuta in occasione della consegna dei riconoscimenti agli ex dipendenti e della presentazione del Gruppo giovani soci. La cerimonia, molto sentita, si è svolta nella sede centrale ad Acquaviva Picena. Sei ex dipendenti ora in pensione premiati: Marino Amadio, Maurizio Caponi, Luciano Capriotti, Filippo Nespeca, Adriano Passaretti, Maria Teresa Vagnoni. Figure importanti, con anzianità anche di quarant’anni, protagonisti della crescita della Banca del Piceno. A seguire c’è stato il ricordo, commosso, di Marianna Capannelli e Maria Paola Censori, venute a mancare prematuramente nel corso del 2023. “La Banca del Piceno deve la propria crescita al lavoro costante della struttura – ha sottolineato Alfio Bagalini, presidente della Banca del Piceno –. La nostra banca ragiona e agisce come una comunità, una famiglia, forte del contatto diretto con clienti e soci. E questo lo dobbiamo ai nostri dipendenti, che ringrazio. Un ringraziamento speciale a chi è andato in pensione dopo decenni di onorato lavoro. E ricordiamo anche coloro che durante il 2023 ci hanno lasciato. Li ricordiamo per tutto ciò che hanno fatto mettendo sempre a disposizione competenze, disponibilità, energie. All’interno della Banca del Piceno Marianna Capannelli e Maria Paola Censori rappresentano un seme che qui ha dato un segno indelebile e f rutti importanti”. Forte anche il messaggio portato da Claudio Censori, vice presidente della Banca del Piceno: “Il vostro lavoro – ha aggiunto rivolto agli ex dipendenti – ha permesso alla nostra Banca di potersi sviluppare e al territorio di aumentare il benessere delle famiglie e delle aziende. Ognuno con una storia importante: dedizione, orgoglio di appartenenza e collaborazione hanno caratterizzato il vostro cammino professionale e di questo ve ne saremo eternamente grati”. Il presidente Bagalini ha poi annunciato una grande novità: un fondo destinato agli orfani dei dipendenti per completare il percorso di studi: “Il Consiglio d’amministrazione all’unanimità ha approvato il regolamento che prevede un supporto economico a fondo perduto per completare gli studi superiori e l’Università destinato agli orfani dei nostri dipendenti. La delibera decorre dalla data di costituzione della Banca del Piceno. Un unicum nel mondo delle Banche di credito cooperativo raggruppate da Iccrea”.
A seguire è avvenuta la presentazione del Gruppo giovani soci della Banca del Piceno al cui interno potranno collaborare i soci al di sotto dei 40 anni. L’iniziativa è portata avanti nel Cda dalla consigliera Claudia Gabrielli. Il vice direttore generale Gabriele Illuminati ha coinvolto sei giovani soci presenti in sala: Giampaolo Fagotti, Andrea Finistauri, Diana Giuliani, Fabrizio Roscioli, Alessandro Savino, Giorgia Troiani.
“I giovani soci sono il presente e il futuro – hanno concluso Bagalini e Censori –. I giovani sono linfa essenziale per creare nuove strade, nuovi percorsi. Alcune ricerche ci dicono che tra vent’anni il 70% dei lavori di oggi non esisterà più: ecco spiegata l’importanza di coinvolgere f in da subito le nuove generazioni. Inoltre, questa iniziativa off re ai ragazzi l’opportunità di conoscere meglio il mondo del credito cooperativo e di fare rete”.
NASCE IL GRUPPO GIOVANI SOCI DELLA BANCA DEL PICENO,
IL PENSIERO DI DUE COMPONENTI
Giampaolo: “Occasione da cogliere”
Alessandro: “Investimento sui giovani”
Giampaolo Fagotti
“La partecipazione al Gruppo Giovani Soci della Banca del Piceno è una bella occasione per rafforzare lo scopo mutualistico e di sviluppo sociale ed economico dei territori di riferimento, tipico del Credito Cooperativo. Colgo l’occasione per ringraziare chi mi ha dato questa possibilità”.
Alessandro Savino
“Una banca è abituata ad investire sul profitto, una grande banca è portata ad investire sui giovani. Solo attraverso una seria e profonda dose di fiducia verso di loro sarà possibile costruire un mondo migliore. A quel punto il profitto non sarà più un obiettivo, ma una conseguenza scontata”.
BANCA DEL PICENO
VICINA ALLE AZIENDE AGRICOLE
Agrimutuo sostiene i settori vitivinicolo, olivicolo e seminativi
La Banca del Piceno sostiene le imprese agricole con Agrimutuo. Si tratta di un mutuo chirografario a tasso fisso agevolato (di breve durata) destinato a società e ditte individuali del settore agricolo che nasce con l’idea di colmare i mancati incassi dovuti a fattori esterni. Il 2023 è stato un anno molto difficile e complicato per i settori vitivinicolo, olivicolo e seminativi. L’importante sostegno è stato presentato dal vertice della Banca del Piceno alle categorie coinvolte nella misura. Molto interessante la riunione tecnica che ha visto il presidente Alfio Bagalini e il vice direttore Gabriele Illuminati confrontarsi con Matteo Carboni (Confederazione italiana agricoltori), Massimo Maranesi (Copagri), Tommaso Ciriaci (Confagricoltura), Paolo Potenza (Coldiretti), Simone Amici (periti agrari) e Maria Rita Salerno (presidente dell’Ordine agronomi e dottori forestali delle Marche). “L’Agrimutuo – hanno spiegato Bagalini e Illuminati – può essere richiesto senza la presentazione di documentazione che attesti i mancati incassi e l’importo va calcolato in base all’estensione del vigneto, dell’oliveto e del seminativo. La promozione terminerà il 30 giugno 2024, ha un plafond di 5 milioni di euro che potrà essere aumentato nel caso dovesse risultare insufficiente a far f ronte alle richieste. L’importo finanziabile va da un minimo di 5.000 a un massimo di 30.000 euro. Il tasso di interesse agevolato varia in base alla durata del mutuo: 4,75% nel caso di durata da 3 a 12 mesi; 4,10% nel caso di 24 mesi”. Il vertice della Banca del Piceno ha ascoltato con attenzione le associazioni di categoria. “Questo appuntamento – ha aggiunto Bagalini – diventerà stabile perché migliore è il collegamento tra la banca e il settore agricolo, e maggiori sono i risultati ottenuti a beneficio delle aziende locali e del territorio. Ci faremo promotori, con la collaborazione di tutti, di una sorta di stati generali dell’agricoltura da organizzare periodicamente per un conf ronto finalizzato a trovare risposte immediate e prodotti bancari specifici per il settore”. Molto interessanti gli interventi delle associazioni di categoria che hanno posto l’attenzione sulla situazione di difficoltà derivanti dalla combinazione di una annata agraria estremamente difficile con una situazione di alti tassi di interesse che determinano la necessità di venire incontro agli imprenditori agricoli con una moratoria sui debiti già in essere, in analogia a quanto avvenuto con il covid. E’ stata anche posta l’attenzione sulla necessità di supportare le giovani aziende e di considerare le perdite di fatturato intercorse nel 2023 rispetto agli anni precedenti. Ha chiuso il conf ronto Maria Rita Salerno che ha sottolineato la necessità di pianificare e progettare per tempo l’attività agricola, proprio in considerazione del fatto che è una attività sottoposta ai rischi atmosferici.
LA BANCA SI ILLUMINA DI VERDE
Inaugurati nuovi impianti fotovoltaici
a Centobuchi e Acquaviva Picena
Dalle parole ai fatti.
Oltre alle tante iniziative di sensibilizzazione organizzate nel tempo, sulle fondamentali tematiche ESG di cui si parla ormai da tempo e all’adozione di prodotti innovativi che favoriscano la transizione energetica, la Banca del Piceno, ha inaugurato due nuovi impianti fotovoltaici presso le filiali di Centobuchi Ovest e Acquaviva Picena, attivi dal 12 febbraio 2024. Un ulteriore impianto è in fase di realizzazione presso la Sede Amministrativa di Castignano.
Si è deciso quindi di passare dalle parole ai fatti iniziando a declinare la prima lettera nel noto acronimo (ESG) che riguarda la tutela dell’ambiente, senza dimenticare che anche S (Social) e G (Governance) sono da sempre valori fondanti del Credito Cooperativo.
Il nostro impegno per la sostenibilità
L’installazione dei pannelli fotovoltaici rientra in un più ampio progetto di efficienza energetica che la Banca ha intrapreso per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività.
L’obiettivo è quello di utilizzare fonti energetiche rinnovabili e di ottimizzare i consumi, contribuendo alla tutela del territorio e alla lotta contro il cambiamento climatico.
Sia l’impianto di Centobuchi Ovest, con una potenza di 29,52 kW, che quello di Acquaviva Picena che raggiungerà la potenza massima di 8,72 kW, consentiranno ai rispettivi edifici di raggiungere l’autosufficienza energetica. L’impianto in fase di realizzazione presso la Sede Amministrativa di Castignano avrà una potenza di 20 kWp e si prevede che sarà completato entro il mese di aprile 2024.
I benefici ambientali degli impianti fotovoltaici
Riduzione delle emissioni di CO2: l’utilizzo di energia solare permette di ridurre significativamente le emissioni di gas serra, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.
Riduzione dell’inquinamento atmosferico: i pannelli fotovoltaici non producono emissioni nocive, favorendo un ambiente più sano e sicuro.
Risparmio di risorse energetiche: l’energia solare è una fonte di energia rinnovabile e inesauribile, che permette di ridurre il consumo di combustibili fossili.
Un esempio virtuoso che vuole essere un punto di partenza
L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come le aziende possano coniugare l’efficienza economica con la responsabilità sociale e ambientale. L’utilizzo di energia pulita e rinnovabile rappresenta un investimento per il futuro, non solo per la Banca ma per l’intera comunità.
La Banca si impegna a continuare su questa strada, promuovendo la cultura della sostenibilità e adottando soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, invitando tutti a contribuire, per salvaguardare il bene comune.
E’ anche questo un esempio di sostegno al territorio, concetto e valore chiave alla base del Credito Cooperativo.
Presidente Alfio Bagalini, la Banca del Piceno di nuovo al fianco del Campionato di giornalismo organizzato dal resto del Carlino: quali sono le iniziative che la vostra realtà porta avanti per le nuove generazioni?
“Le iniziative in favore delle nuove generazioni sono molteplici. Ricordiamo le borse di studio che, da lustri, la Banca del Piceno ogni anno riconosce agli studenti, soci o figli di soci più meritevoli. Dal 2023 è stata ampliata la platea anche ai figli dei dipendenti. Al fine di favorire l’inserimento all’interno della compagine sociale abbiamo poi ridotto alla metà il numero di quote sociali da sottoscrivere per diventare soci, mentre per i giovani premiati è possibile diventare soci addirittura sottoscrivendo soltanto due quote sociali (50 euro). Ultimo in ordine di arrivo, è stato deliberato un nuovo regolamento a supporto degli orfani dei dipendenti, finalizzato a permettere loro di terminare gli studi (diploma e laurea), che rappresenta un caso unico all’interno del mondo delle Banche di credito cooperativo. Inoltre, a breve nascerà il Comitato dei giovani soci, che vedrà la luce con il prossimo rinnovo del Consiglio d’amministrazione, che avrà lo scopo di supportare il CdA nella definizione delle azioni a supporto dei giovani. Il premio di studio e il regolamento per gli orfani dei dipendenti hanno in comune la consapevolezza che la crescita delle nostre comunità passa per la formazione dei giovani”.
Come Istituto di credito avete il polso dell’economia del territorio: come sta rispondendo il tessuto locale alle difficoltà causate dai conflitti internazionali e dall’inflazione?
“Momento delicato. Imprese, artigiani, famiglie si interrogano e le incertezze, dal covid alla crisi dei mercati internazionali, da anni indeboliscono il sistema. Come banca cerchiamo di fare la nostra parte e abbiamo messo in cantiere delle iniziative di ascolto delle categorie produttive e delle famiglie e di supporto tra cui un plafond di 5 milioni a sostegno dell’agricoltura. La Banca del Piceno è presente, è al fianco dei soci e dei clienti, dialoga costantemente con tutte le realtà. La nostra natura di Banca locale ci agevola perché qui abbiamo la mente e il cuore della nostra azione, possiamo essere incisivi e immediati nelle risposte. Il tessuto locale è abituato a rimboccarsi le maniche, a fare sacrifici. Operiamo in un territorio laborioso, ricco di valori e voglia di fare. Fattori che aiutano a superare il momento delicato che, per tanti motivi, si trascina da anni. Le Marche hanno sempre dimostrato di saper gettare il cuore oltre l’ostacolo e di saper ripartire dopo ogni difficoltà”.
Giovani ed economia: la propensione al risparmio è ormai una cosa del passato oppure c’è la voglia di provare a mettere qualcosa da parte in vista del futuro? Quali sono le soluzioni che proponete come banca ai giovanissimi?
“Giovani e giovanissimi si interessano sempre più di banca, credito cooperativo, risparmio. Lo vediamo dall’analisi del nostro centro studi. La Banca del Piceno ha un dialogo privilegiato con i giovani grazie alle tante iniziative loro dedicate. Li accompagniamo nel percorso di studi, siamo al loro f ianco. Molto decidono, non a caso, di diventare soci proprio con l’obiettivo di vedere il mondo bancario come un partner privilegiato per coltivare le proprie ambizioni e coronare i propri sogni. Perché i giovani sono il presente, non soltanto il futuro”.
POSIZIONATI 31 DEFIBRILLATORI
AL SERVIZIO DEL TERRITORIO
Già in funzione, sono collocati all'esterno delle filiali e delle sedi operative
ll Consiglio di amministrazione della Banca del Piceno, su proposta del presidente Alfio Bagalini, ha deliberato all’unanimità di acquistare 31 defibrillatori automatici, di posizionarli all’esterno delle proprie filiali (28 tra Marche e Abruzzo) e di metterli a disposizione della collettività. “Si tratta di una misura molto importante al servizio della comunità in cui operiamo – spiega con soddisfazione Alfio Bagalini, presidente della Banca del Piceno –. E’ importante essere vicini a tutti, dipendenti, clienti e residenti dei vari territori: in questa direzione va la decisione di collocare i defibrillatori all’esterno delle filiali e non all’interno, quindi pronti all’uso, in caso di necessità, ventiquattr’ore su ventiquattro”.
Il posizionamento dei defibrillatori automatici si sta completando in questi giorni. Sono interessate le 28 filiali della Banca del Piceno, la sede centrale di Acquaviva Picena, la sala meeting polivalente a San Venanzo di Castignano e l’ufficio di Centobuchi Est.
“Con questo intervento – aggiunge Bagalini – rinnoviamo la vicinanza della Banca del Piceno al territorio. Si tratta di un’azione concreta, capillare rivolta all’intera cittadinanza. Tutti i defibrillatori sono automatici e non semiautomatici.
Significa che il macchinario, in sostanza, è in grado di svolgere da solo e senza possibilità di errori la propria azione. Inoltre, ogni defibrillatore è dotato anche di elettrodi per bambini, non soltanto per adulti. Tutti sono mappati dal 118, quindi inseriti in un discorso di rete. E non intendiamo fermarci qui: saranno organizzati specifici corsi di formazione per l’uso dei defibrillatori. I corsi interesseranno gli stessi dipendenti e i cittadini che vorranno essere coinvolti”.
ESG: UNO SGUARDO
AL FUTURO
“Ambiente, sostenibilità, società: ecco i criteri fondamentali per le imprese”
Un mondo nuovo che s’affaccia, anche nel mondo bancario. Un mondo col quale occorrerà confrontarsi: così la Banca del Piceno ha avuto la lungimiranza di organizzare un incontro, nella propria sede di Centobuchi, col titolo “ESG: il nuovo paradigma per il successo aziendale”. L’evento ha richiamato un numeroso pubblico.
ESG è un acronimo che sta per Environmental, Social, Governance ovvero Ambiente, Società e Governo Societario. Si tratta dei cosiddetti tre pilastri che sempre più il sistema bancario sta inserendo nei criteri di valutazione delle imprese, su impulso della Banca Centrale Europea, per contribuire a guidare il sistema economico verso criteri di sostenibilità. Dunque sempre più le imprese dovranno integrare all’interno dei loro valori finanziari anche elementi ambientali (si pensi all’uso di energie rinnovabili), sociali (ad esempio le pari opportunità), e di “governance” (come la trasparenza dei sistemi decisionali) anche per accedere al credito. Una vera e propria “rivoluzione” che è stata illustrata con l’intervento di Felicita De Marco, responsabile Esg Strategy del Gruppo Bcc Iccrea, e Bruno Cassola, responsabile Supporto Commerciale e Affari Istituzionale del Gruppo Bcc Iccrea. “Le norme imporranno sempre più di facilitare il credito alle aziende che hanno intrapreso un percorso verso la transizione ecologica e sociale - ha spiegato Felicita De Marco - Si stanno introducendo quindi degli indicatori specifici, affinché gli effetti di certe decisioni aziendali siano misurabili in un rating di sostenibilità.
Dobbiamo pensare che alcuni elementi di nuovi rischi introdotti dalla Bce riguardano ad esempio il rischio fisico di immobili che possono essere o meno interessati da fenomeni naturali come le alluvioni. Oppure, e ci sono già dei casi, le grandi aziende decidono di rendere sostenibile la propria produzione adottando un rating ESG per cui tutta la catena di imprese fornitrici deve adeguarsi e fornire questi indicatori, altrimenti risulteranno escluse dal sistema degli acquisti. In tutto questo contesto servono dati misurabili”.
Bruno Cassola ha poi illustrato un sistema semplice, accessibile anche dal sito della Banca del Piceno, affinché anche una piccola o media impresa possa agevolmente accedere a una prima autovalutazione della propria sostenibilità: “Rispondendo al questionario si avrà un giudizio complessivo per i tre pilastri, e una valutazione dell’impresa rispetto alla situazione delle imprese concorrenti. Si può rispondere a un report sintetico o a un report esteso, e il tempo necessario varia da un’ora a un’ora e mezza. Può anche esserci la necessità che oltre a questo report si giunga a un vero e proprio Piano d’Azione, che ha una versione semplificata per le Pmi”.
Il presidente della Banca del Piceno Alfio Bagalini ha aggiunto: “Occorre che l’intero sistema produttivo si ponga l’obiettivo della sostenibilità ambientale e sociale, e la sostenibilità delle imprese passa per l’innovazione in questo settore, necessario per restare al passo coi tempi e con le richieste che arrivano anche dalla società”. Il vice direttore vicario della Banca del Piceno, Gabriele Illuminati, concorda: “L’ESG è un nuovo elemento di valutazione nella concessione del credito. Le aziende non devono pensare che può bastare un po’ di investimenti nei pannelli fotovoltaici, ma devono ricalibrare l’intero modello organizzativo e in questo compito le banche attente alle necessità del territorio, come la Banca del Piceno, possono intraprendere un confronto dialettico con le stesse imprese per orientarle”.
di Pier Paolo Flammini
BREVI DAL TERRITORIO
Cultura e tradizioni –
36° Festival degli Appennini
Continua il supporto della Banca del Piceno alle realtà locali, a coloro che portano avanti tradizioni decennali, se non secolari. Nel caso del Coro “La Cordata” di Montalto delle Marche la sinergia conta ormai più di 30 anni di collaborazione. Nel 2024 giungiamo alla 36° edizione del Festival degli Appennini, rassegna musicale dedicata ai canti della montagna, alpini e popolari che si svolgerà presso la Cattedrale S. Maria Assunta di Montalto delle Marche, sabato 18 maggio alle ore 21.15.
«Il canto popolare rappresenta le nostre tradizioni. I canti parlano della nostra storia, dei “mestieri” dei nostri antenati, dei loro sentimenti, del loro modo di intendere la vita. Tutti dovremmo sapere queste cose. Un giovane che non ha mai ascoltato “La pastora” e non ha neppure una vaga idea di cosa sia il canto popolare, perde la possibilità di conoscere le sue origini, la sua terra, perde un pezzo del suo passato e delle sue radici. E senza nemmeno saperlo.»
Questa suggestiva riflessione porta la firma del M° Mauro Pedrotti, direttore del mitico Coro della SAT di Trento, le cui note riecheggiano ancora nella fantasia e nei ricordi degli appassionati che da 36 anni gremiscono la Cattedrale S. Maria Assunta di Montalto Marche, per ascoltare il meglio della coralità popolare, proposto annualmente dal Coro “La Cordata” con l’organizzazione del Festival degli Appennini. I canti eseguiti narrano per lo più di vicende umane dolorose, legate al duro lavoro e alla guerra, ma anche di situazioni gioiose come le antiche feste del grano e della vendemmia, i corteggiamenti e le serenate. I canti popolari e i canti di ispirazione popolare sono autentici quadretti di musica e poesia, frutto del paziente e qualificato lavoro di ricerca di etnomusicologi, il compito di rielaborarli ed armonizzarli è generalmente affidato a musicisti raffinati nel gusto musicale, mentre ai cori spetta il passaggio finale di restituirli al popolo con il canto, nella maniera più qualificata. Per questa edizione, il Coro “La Cordata” affida l’esecuzione a due prestigiose formazioni corali: il Coro “Piccole Dolomiti” di Illasi, uno tra i migliori cori del Veneto, diretto dal M° Zeno Castagnini, già corista nel Coro degli Allievi della SAT di Trento e il Coro “Valsella” di Borgo Valsugana, secondo coro della montagna in ordine cronologico dopo la SAT, essendo nato nel 1936 e considerato tra i migliori cori del Trentino, oltretutto con un proprio repertorio di canti valligiani armonizzati da importanti compositori come Andrea Mascagni, Antonio Zanon e Terenzio Zardini. Introdurrà la serata il Coro “Giovani Cantori”, formato dagli alunni dell’IC Rotella Montalto che certamente per il futuro garantirà al coro organizzatore un ricambio generazionale di assoluta qualità.
Cori partecipanti:
Coro “I Giovani Cantori” - IC Rotella Montalto Direttore M° Emiliano Finucci
Coro “La Cordata” - Montalto Marche Direttore M° Patrizio Paci
Coro “Piccole Dolomiti” - Illasi (VR) Direttore M° Zeno Castagnini
Coro “Valsella” - Borgo Valsugana (TN) Direttore M° Maurizio Zottele
Al termine della serata, i cori uniti eseguiranno “La montanara” di Toni Ortelli - Luigi Pigarelli